Il Santo Bevitore in Piazza S. Anna Da dieci anni, la buona cucina
Il Santo Bevitore è un piccolo locale dove sedersi per una pausa, durante le fredde giornate invernali. Tovaglie a quadretti rossi, una scura libreria colma di testi dedicati al buon vino, e bottiglie di vino orobico e una lavagna originale degli anni Ottanta che ricorda scolaretti con grembiuli neri e grandi fiocchi bianchi. Il titolare del Santo Bevitore, aperto da dieci anni in piazza Sant’Anna 1/N, è Mario Parisi, un uomo dalla risata fragorosa che ama servire la buona cucina: i primi piatti, ad esempio, sono cucinati solo con pasta italiana (e dunque prodotta in Italia, e non solo confezionata).
La proposta è variegata e passa dalle pennette con la luganega e vino rosso Valcalepio, alla pasta con scamorza e speck, fino al salmone con i finocchi. Per i secondi piatti invece c’è la carne alla griglia – dal filetto agli involtini – e un’ottima selezione di formaggi tipici bergamaschi, come il Monte 27, lo Strachitunt, il Formai de Mut, il Branzi, il Bitto ed alcuni formaggi di capra. Per chi lo desidera non manca il piatto unico, battezzato “Ciuppis”, che contiene tutto: affettati, frutta e verdura, serviti con scamorza e tomino alla griglia.
«Faccio questo lavoro perché mi piace stare in mezzo alla gente – racconta Mario, sorridendo -. Amo il contatto umano, il dialogo e il rapporto tra persone, tanto che anche il nome del locale riporta alla famosa Leggenda, un vero e proprio intreccio di rapporti umani». Tutti i piatti del Santo Bevitore sono preparati a vista, e non c’è nulla di confezionato. Anche le lasagne, garantisce il titolare, sono fatte interamente a mano. Non c’è da stupirsi, se si pensa che Mario Parisi ha partecipato a molti corsi di cucina, indetti dall’Ascom e di cui professori erano chef del calibro di Francesco Gotti e Chicco Coria. Dal primo, soprattutto, Mario ha imparato a preparare il risotto, che ha le sue regole. Comunque: cucina italiana, vino orobico. Ecco il segreto del Menù di mezzogiorno del Santo Bevitore.
Anche se il titolare non nega un amore spassionato per lo champagne francese. Una passione che, qualche anno fa, lo aveva portato con altri 25 bergamaschi alla scoperta delle cantine di Reims, dove aveva degustato il Veuve Clicquot, ma anche perle sconosciute come il Seleque. «Un viaggio indimenticabile, dal quale tornai con una bottiglia di Champagne per ogni cantina. Le misi in esposizione nella libreria, e furono così richieste che non me ne rimase nemmeno una!».