L'omicidio di Gianna Del Gaudio

«Baffetti biondicci e occhiali»: Antonio Tizzani descrive il presunto assassino di sua moglie

Nel corso dell'udienza d'Appello di oggi (1 luglio), l'ex ferroviere ha fornito l'identikit di colui che avrebbe visto in casa sua la notte tra il 26 e il 27 agosto 2016

«Baffetti biondicci e occhiali»: Antonio Tizzani descrive il presunto assassino di sua moglie
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Emergono nuovi dettagli sull'omicidio di Gianna Del Gaudio, accoltellata alla gola nella sua villetta di via Madonna delle Nevi a Seriate nella notte tra il 26 e il 27 agosto 2016. Il marito Antonio Tizzani, inizialmente accusato di omicidio, poi assolto nel 2020 e ora nuovamente a processo l'impugnazione della sentenza da parte della Procura, ha dichiarato nell'ultimo interrogatorio di aver visto l'assassino, fornendo questa volta una sorta di identikit.

«L’ho visto per tre quarti – ha raccontato nell'udienza del processo di Appello andata in scena oggi, 1 luglio –, era incappucciato e aveva gli occhiali, i baffetti biondicci e le mani dovevano essere sporche di sangue». L'ex ferroviere, 68 anni all'epoca dei fatti, ha sempre sostenuto di aver visto l'assassino, descritto come un uomo incappucciato chinato sulla moglie. La sua versione, tuttavia, non convinse il pm Laura Cocucci, che aveva invocato la condanna all'ergastolo. Nel 2020 è stato però assolto dalla Corte d'Assise poiché l'unico «vero indizio» risulterebbe essere il cutter utilizzato come arma del delitto dove è stato rilevato il Dna di Tizzani, che ora è nuovamente imputato in Appello.

Il nodo del delitto ricade, in ogni caso, ancora sul Dna trovato sul taglierino e riportato all'attenzione oggi. Ai tempi delle indagini fu infatti trovata una congruenza tra l'aplotipo Y rilevato sui guanti in lattice trovati nel sacchetto insieme all'arma e un altro aplotipo Y, identificato invece sulla guancia della manager Daniela Roveri, uccisa a Colognola quasi quattro mesi dopo con una dinamica simile. Nell'ultima udienza d'Appello, tenutasi lo scorso 10 giugno, si è parlato inoltre di una contaminazione che secondo la difesa sarebbe avvenuta nei laboratori del Ris di Parma.

Anche le testimonianze dei vicini e di chi si trovava in zona non sarebbero concordanti. Una ragazza in auto con l'amica avrebbe infatti confermato di aver udito un litigio tra un uomo (successivamente riconobbe la voce di Tizzani) e una donna. Il vicino della villetta accanto, però, sentì solamente l'ex ferroviere urlare: «Oh mio Dio!». Sembra, inoltre, che ci sia anche un'incongruenza sugli orari di chi ha sentito delle urla quella notte. La prossima udienza è prevista tra qualche mese, il 7 ottobre.

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