L'obiettivo Pinamonti e il prestito di Piccoli sono segnali: l'Atalanta punta ai profili, non ai nomi
La società non ha paura a spendere, ma lo vuole fare con attenzione. E preferendo la programmazione al colpo a effetto
di Fabio Gennari
La voglia di acquistare di Pinamonti dall'Inter e il passaggio in prestito secco di Piccoli al Verona sono segnali di come l'Atalanta, anche in ottica futura, prediliga giocatori su cui costruire piuttosto che puntare a nomi che magari fanno rumore sui giornali ma offrono poca prospettiva. E costano pure tantissimo di ingaggio. Da questo punto di vista, le scelte dei dirigenti orobici sono in linea con il passato, nonostante si sia alzato il livello della spesa economica che si accetta di fare.
Il valore dell'attaccante dell'Inter è stimato tra i 15 e i 20 milioni di euro. Non sono affatto bruscolini per una realtà come quella bergamasca. Se l'obiettivo fosse solo avere un'alternativa numerica, sarebbe rimasto Piccoli. Invece il ragazzo di Sorisole va a giocare in prestito secco (quindi rimane sotto contratto) e la Dea punta a mettere in rosa un classe 1999 che in Serie A ha appena segnato 13 reti in campionato con l'Empoli.
Tra Pinamonti ed Ederson, si parla di circa 30 milioni da mettere sul piatto: non c'è quindi un problema di poca voglia di spendere come tanti (troppi) sostengono. Da gennaio 2022, considerando anche Boga e il riscatto di Demiral, si toccherebbe quota 70 milioni per quattro giocatori nati nel 1998 o 1999. Quindi con una prospettiva a lungo termine. Eccola, la conferma: l'Atalanta non ha mai cercato Suarez, non ragiona (almeno per ora) su Dybala, Mertens o Icardi (per fare tre nomi a caso tra i tanti giocatori svincolati o in esubero in circolazione), lavora per il futuro. Cercando sempre di migliorare. Riuscirci dipende da tante cose e non per forza dal nome del calciatore.