Palloncini rosa e rombi di motori: Romano dice addio a Davide Longhi
Si è celebrato stamattina, in una Romano straziata, il funerale del motociclista 35enne morto giovedì della scorsa settimana in un incidente in pista, sul circuito del Mugello
Il casco appoggiato sul feretro, un moto di cartone sull'altare, e poi un lungo e commosso rombo di motociclette, sul sagrato della chiesa prepositurale dell'Assunta, mentre undici palloncini rosa con il numero "38" - il colore e il numero della sua moto - volavano in cielo. Si è celebrato stamattina, in una Romano straziata, il funerale di Davide Longhi, il motociclista 35enne morto giovedì della scorsa settimana in un incidente in pista, durante le prove libere della Coppa Italia di motociclismo, sul circuito del Mugello in Toscana. Una tragedia che ha strappato il fiato a tutta la città, oltre che al mondo dello sport di tutta Italia.
Il saluto delle moto sul sagrato per salutare Davide Longhi
A celebrare la funzione non è stato il parroco, don Paolo Rossi, costretto ad un breve ricovero ospedaliero, ma il sacerdote ha comunque voluto fare avere una toccante omelia.
Piena la chiesa parrocchiale. Fuori, schierate sul sagrato, c'erano una decina di moto: amici e compagni di scuderia, che l'hanno salutato all'uscita dalla funzione con i motori accesi. Non poteva mancare la sua, con il numero "38". La sorella Chiara, con il nipotino, ha quindi lasciato volare in cielo i palloncini rosa portati dagli amici, commossi, che reggevano un grande telo con la scritta "Ciao", e le loro firme. Poi il corteo si è avviato verso il cimitero cittadino, accompagnando Davide, la sorella Chiara, e i genitori Luigi e Maddalena.
Davide Longhi, una vita in pista
Trentacinque anni, da sempre appassionato di motociclismo, Davide Longhi era uno sportivo brillante e un imprenditore, titolare del bar «Pepita d’Oro» di via Isonzo. Nipote del celebre sindaco Giuseppe, e fratello dell’ex assessore comunale Chiara, Davide era conosciutissimo in città, non solo per la sua carriera di pilota ma anche, e soprattutto, come un ragazzo mite, gentile, sorridente e generoso.
La tragedia sul circuito del Mugello
Davide Longhi era un pilota esperto, non certo uno sprovveduto in pista, e anche per questo l’incidente - avvenuto davanti agli occhi del padre Luigi che assisteva alle prove dalla tribuna - è arrivata come un macigno su chiunque lo conoscesse. Saranno le indagini della Magistratura a fare luce su quanto accaduto (i video delle telecamere che potrebbero aver ripreso l’incidente sono stati posti sotto sequestro), ma stando a quanto emerso, il pilota romanese è stato travolto alle spalle, mentre dopo aver testato la pista, stava rallentando e si accingeva a rientrare ai box, tramite l’apposita corsia. Tamponato da un altro motociclista, che sopraggiungeva "a 180 chilometri all'ora", come ha detto il parroco ricordando la tragedia, è stato sbalzato di sella, riportando gravi traumi. Inutile la corsa in ospedale, al «Careggi» di Firenze: poche ore dopo il trasporto in elisoccorso e il ricovero, è spirato.
Lutto nel mondo dello sport
Longhi correva in moto da anni, anche a livello nazionale, ed era un pilota esperto oltre che istruttore di velocità. Gareggiava con le scuderie «Cds racing team» di Pumenengo, era socio del Motoclub romanese, e aveva collaborato anche con il «Team Perdercini Sbk». La tragedia di giovedì è stato un fulmine a ciel sereno: non era la prima volta che Davide Longhi correva al Mugello. Nel 2017, in sella alla sua Kawasaki 1000, vi corse alla ricerca del titolo nazionale per la categoria «Stock 1000». Tre anni prima, nel 2014, aveva corso anche per la categoria «endurance», vincendo la «200 miglia del Mugello». Con lui, da anni, c’era il presidente del «Cds» Franco Donati . «Sono davvero tanti i ricordi che ci legano, tante avventure, tante emozioni e tanta adrenalina, altrettanti i momenti più difficili, ma sempre insieme - così lo ricorda l’amico e compagno di pista - D’ora in poi tutto cambierà, perché il tuo ultimo viaggio è partito proprio dal Mugello, e per tutti noi rimane il silenzio. La tua passione infinita per le moto, il tuo sorriso, la tua generosità e le tue risate sono tutto quello che non dimenticheremo mai. Sei e sarai sempre per tutti noi il nostro Davide. Vogliamo pensare che tu sia andato via con il tuo sorriso, facendo quello a cui tu non avresti mai rinunciato. Ora corri veloce e stai vicino a mamma e papà, a Chiara e al tuo adorato Agostino. Nei nostri cuori rimarrai sempre e per sempre vivo. Ciao Pilota #38».