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Il decollo delle aste immobiliari a Bergamo: si riesce a vendere di più e meglio

La nostra provincia è seconda in Lombardia e la quarta in Italia. Nel primo semestre del 2022 venduti 1.618 immobili

Il decollo delle aste immobiliari a Bergamo: si riesce a vendere di più e meglio
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Le aste immobiliari al Tribunale di Bergamo stanno decollando: nel primo quadrimestre del 2022 sono state infatti 1.618 le procedure nella nostra provincia, che risulta essere la seconda in Lombardia, oltre che la quarta in tutta Italia: al terzo posto c’è Milano, poi Roma e in cima Catania.

A riportare i numeri è oggi (martedì 12 luglio) l’Eco di Bergamo: facendo riferimento ai dati di Cherry Brick, start up che monitora gli immobili all’asta nel nostro Paese (in tutto 69 mila nel primo quadrimestre di quest’anno), si nota come tra gennaio e aprile 2022 in Lombardia siano stati 9.640 gli immobili messi all’asta, informazione che fa capire ancor di più la rilevanza del numero di aste nella sola Bergamo, che arriva solo dopo a Milano (2.115). Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, però, questa crescita non è dovuta ad un aumento dei pignoramenti, ma ad una maggiore efficienza degli uffici della II Sezione Civile – Fallimenti del Tribunale, che ha implementato le buone pratiche riuscendo così ad essere più performante ed a smaltire anche le aste in arretrato.

La crescita notevole è dovuta anche alla ripresa post-pandemica, dato che nel corso dell’emergenza era fisicamente impossibile visitare le case e gli edifici: le conseguenze erano state aste ferme e prezzi a ribasso per cercare di sbloccare alcune situazioni. Inoltre ad andare meglio sono le vendite nel settore residenziale, probabilmente perché molti potenziali acquirenti fanno parte di quella schiera di italiani che, dopo l’attenuarsi della pandemia, hanno deciso di trasferirsi in un’altra casa e trovare un ambiente più adatto alle loro esigenze. Si fa più fatica invece, a quanto pare, con le vendite degli edifici commerciali o industriali, come ad esempio i capannoni.

In ogni caso, resta da vedere come si evolverà il mercato nei prossimi mesi, dato che al momento molti fallimenti sono stati evitati grazie a misure emergenziali, che hanno favorito iniezioni di liquidità alle imprese. Denaro che per la maggior parte non è stato ancora restituito e, con l’avvicinarsi delle scadenze, si potrebbe purtroppo assistere anche a diverse realtà che non riusciranno a sostenere il bilancio aziendale. Dal 15 luglio, tra l’altro, entrerà in vigore anche il nuovo Codice della crisi d’impresa, con strumenti per gestire le crisi e l’obiettivo di rendere il fallimento solo l’ultima opzione per gli imprenditori.

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