I Comitati dei pendolari «non valgono nulla»: le pesanti parole dell'assessore Terzi
«Posizione grave», commentano i rappresentanti dei viaggiatori. Si rischiano i cancellare trent'anni di storia e di confronti
Non sono mai stati idillici i rapporti tra i Comitati dei pendolari e Regione Lombardia, ma ora, dopo più di trent’anni di dialogo che ha alternato momenti di maggiore e minore frizione, la rottura sembra essere destinata a diventare totale e irrevocabile.
Giovedì 7 luglio si è tenuta la Conferenza regionale del Tpl alla presenza dell’assessore ai Trasporti Claudia Maria Terzi, della struttura tecnica dell’assessorato e dei principali portatori di interesse (aziende del Tpl, amministrazioni pubbliche, agenzie, rappresentanti dei pendolari e associazioni) con l’obiettivo di dare aggiornamento sulle misure economiche a sostegno e per il rinnovo degli autobus del Tpl; valutare a che punto fosse l’adeguamento alla normativa regionale degli statuti delle Agenzie; verificare l’andamento del servizio ferroviario regionale e nuovo orario, nonché programmare i lavori Rfi e Ferrovienord.
Dopo l’illustrazione dei vari temi da parte di Regione Lombardia, si è aperto un momento di dialogo tra le varie parti interessate. È arrivata così da più parti la richiesta di convocazione dei Tavoli di Quadrante, che non si tengono da più di due anni e mezzo. Ma a quel punto l'assessore Terzi è stata tranciante: i Tavoli di Quadrante non verranno convocati perché non intende più parlare con Comitati che «non sono eletti ufficialmente» e che «non valgono nulla». In poche parole, non hanno senso di esistere.
Il Comitato pendolari regionale denuncia: «Ci pare già grave che l’assessore Terzi voglia buttare alle ortiche decenni di dialogo tra la Regione e i cittadini perché i Comitati “non sono eletti”. Ci chiediamo anche se questa sia la posizione della Giunta e della maggioranza del Consiglio regionale. Ma è ancor più grave che da questo dialogo tagli fuori sindaci ed enti locali che pure partecipano a tali incontri e che hanno diritto a conoscere in anteprima (e non a cose fatte) modifiche di orario e programmazione ferroviaria».
La vicenda racconta di uno strappo che, dopo i tanti screzi avuti con l’assessore Terzi (di cui erano addirittura state chieste le dimissioni), arriva a tranciare e recidere la comunicazione tra i bisogni dei cittadini e l’ente regionale che dovrebbe andare loro incontro.
Tempestivo il commento di Niccolò Carretta, consigliere regionale di Azione e sempre molto attento alla tematica del trasporto ferroviario regionale: «Attendo e auspico una smentita, ma l’atteggiamento avuto negli anni nei confronti dei Comitati pendolari suggeriscono un posizionamento molto chiaro. Dopo il no alla gara per la gestione del servizio perché si temono le compagini straniere, ora uno schiaffo – l’ennesimo – ai Comitati dei pendolari che sono stati, di fatto, ingiustamente screditati».
Carretta aggiunge l’impegno personale e politico: «Farò di tutto affinché il ruolo dei pendolari sia confermato e, anzi, valorizzato in ottica di ascolto e di coinvolgimento per la stesura del nuovo contratto con Trenord, che avverrà nel 2023 con la nuova Giunta, magari introducendo forme nuove di rappresentanza e coinvolgimento dei pendolari e di tutti gli utenti. Nel frattempo, tanta amarezza e tanta tristezza nel vedere una Regione in balia di complessi di inferiorità e paura del confronto».
Proprio domenica scorsa, il 10 luglio, sono stati tantissimi i disagi per i passeggeri lombardi a causa dello sciopero di Trenord, il nono di 24 ore in meno di un anno, nonostante il contratto rinnovato due mesi fa. Con la puntualità ferma all’ottanta per cento, contro quella di altri treni regionali al novanta, e un costo ben al di sopra della media italiana, Trenord in Lombardia si conferma un ostacolo alla diffusione della mobilità sostenibile e un problema quotidiano, serio e reale per chi al treno ha già deciso di affidare i propri spostamenti.