Ma quanto fa bene l'arancia che ha pure proprietà antitumorali
Meglio l’arancia fresca o il succo di arancia? Il ‘fruttuoso’ dibattito è ancora aperto, perché le conclusioni non sono ancora del tutto chiare. Certo è invece il nocciolo della discussione: ovvero il migliore valore nutrizionale fra mangiare un'arancia fresca, ancora meglio se accompagnata da un bicchiere di acqua come consigliano gli esperti di alimentazione e salute, oppure una porzione di succo di frutta zuccherato. Il problema è insorto dopo la pubblicazione, sul ACS’ Journal of Agricultural and Food Chemistry, della tesi di alcuni studiosi americani, che riscatterebbe in parte il frutto pastorizzato.
Il pro e il contro di arance e succo. Le arance sono ricche di nutrienti, nessuno ne discute, neanche i ricercatori in questione. Sono infatti fonti preziose di vitamine C e A, in particolare, di una larga parte di quelle del gruppo B (Tiamina e Riboflavina) e PP (Niacina) . E poi contengono anche carotenoidi e flavonoidi che, tra gli altri vantaggi, possono potenzialmente contribuire a ridurre il rischio di alcuni tipi di cancro e malattie cardiovascolari.
Eppure in tutto questo concentrato di benessere, c’è chi ancora preferirebbe bere un succo d'arancia, non spremuto di fresco - si intende - ma travasato nel bicchiere dal cartone di una confezione del banco frigo del supermercato. Ovvero di succo che viene definito ‘pastorizzato’. Che cosa ne guadagnano questi ultimi in termini di benefici nutrizionali, di più o di meno?
Contenuto di zucchero a parte, che resta decisamente significativamente più elevato del fruttosio presente nell’arancia fresca, dall’America fanno sapere che il succo pastorizzato contiene carotenoidi e vitamina C in percentuali minori, ma che questi sono più bioaccessibili. Ovvero che l’organismo sfrutta meglio i nutrienti: utilizzandoli tutti, conservandoli quando serve ed espellendoli al momento giusto. È solo un’ipotesi che dovrà essere confermata da ulteriori studi, ma qualcosa sulle due sostanze però di certo già la si sa.
Le proprietà arancioni. Ad esempio, che basta consumare 2 o 3 arance al giorno per garantire all’organismo il giusto quantitativo di vitamina C (l’unica che deve essere assunta quotidianamente perché il corpo non è in grado di immagazzinarla) ed altre preziose sostanze, che naturalmente non influiscono sulla linea. Infatti l'arancia non solo è ipocalorica - contiene appena 34 calorie per 100 g di prodotto -, ma gli zuccheri vengono anche rapidamente assimilati risultando, in questo modo, molto utili in caso si stanchezza o stress. L'arancia contiene poi in media l'87 per cento di acqua, poche proteine, molti minerali e numerose vitamine: A, B1, B2 e soprattutto vitamina C, la più famosa, e che è presente in quantità rilevanti (50 mg. in media).
Le arance forniscono anche un adeguato apporto di bioflavonoidi, delle sostanze che assieme alla vitamina C, favoriscono la ricostituzione del collagene del tessuto connettivo, a vantaggio di ossa e dei denti, ma anche delle cartilagini, tendini e legamenti. Ma questo binomio può essere efficace anche nella prevenzione della fragilità capillare e migliorare in generale il flusso venoso. In particolare poi le arance rosse sono ricche di antocianine in grado di contrastare gli stati infiammatori.
Le arance però sono soprattutto note per la loro azione antitumorale: grazie anche ai terpeni che, assunti regolarmente in una dieta ricca di frutta e verdura, si sono rivelate efficaci nella prevenzione dei tumori del colon e del retto e della mammella, la cui protezione è favorita dal limonene, un tipo di terpene contenuto nella buccia delle arance, dei limoni e dei pompelmi in grado di contrastare gli effetti degli estrogeni.
Di questo frutto, per di più, non si spreca veramente nulla, poiché anche la scorza bianca interna contiene una discreta quantità di fibra alimentare solubile, che funge da vero e proprio equilibratore nella regolazione dell’assorbimento degli zuccheri, dei grassi e delle proteine. Non a caso, le fibre alimentari sono consigliate per prevenire il diabete e l’arteriosclerosi e migliorare la funzionalità intestinale. Infine, la vitamina B aiuta a combattere l’inappetenza e favorisce la digestione, mentre i caroteni, precursori della vitamina A sono utili per la salute degli occhi, della pelle e nella prevenzione delle infezioni.
Succo e spremuta di arancia pastorizzati. Per poter definire una bevanda confezionata “succo di frutta” di arancia (o altro), non ci sono mezzi termini: deve essere costituita da frutta al 100 percento. Questo però da solo non basta a mettere al riparo da un esubero di calorie. Infatti spesso sono soprattutto zuccherosi, perché oltre a quello naturalmente contenuto nella frutta (fruttosio, glucosio e saccarosio), il produttore può scegliere se aggiungere al succo anche zucchero extra, e in questo caso però deve necessariamente indicarlo. Spesso ne viene aggiunto altro per raggiungere il livello di dolcezza desiderato. Tanto che in ogni bicchiere (200 ml) possono essere contenuti in media anche 24 grammi di zucchero, pari a quasi 5 zollette, ma di queste solo una e mezza deriva direttamente dalla frutta.
Poi vi può essere una forte componente di additivi; la quasi totalità di quelli utilizzati è rappresentata da acido ascorbico (vitamina C), individuabile in etichetta dalla sigla E300; betacarotene (vitamina A), acido citrico (E330), acido malico, acido lattico e i tartrati di potassio (E336), come correttori di acidità, i carbonati di calcio (E170) utilizzato come addensante. Possono essere contenuti infine aromi per esaltare il gusto e per renderlo più simile alla spremuta fatta in casa e anidride solforosa (stabilizzante) per stabilizzare il succo.