Una lettera-accusa

Pannelli solari nei luoghi storici: perché Sovrintendenza e Parco dei Colli dicono no?

«Un conto sono speculazioni e abusi, un altro l'efficientamento energetico delle case che spesso bloccano o ostacolano»

Pannelli solari nei luoghi storici: perché Sovrintendenza e Parco dei Colli dicono no?
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Pubblichiamo la lettera che la lettrice Patrizia Bani, di Bergamo, ci ha inviato.

Gentile direttore,

mi permetto di chiedere ospitalità sulle pagine del suo giornale, per portare alla luce un problema a dir poco anacronistico, che si è posto nel rapporto fra cittadini residenti e Parco dei Colli, Soprintendenza e vari enti collegati. Non capisco proprio, infatti, con quali logiche questi enti bocciano ancora gli efficientamenti energetici che in molti stiamo chiedendo per le nostre abitazioni. Oggi, siamo a piangere i morti in Marmolada e contemporaneamente la straordinaria siccità, che sta mettendo in ginocchio la nostra agricoltura. Oggi dobbiamo sottostare a ricatti di dittatori e stati canaglia, pur di garantirci il gas per il benessere termico nelle nostre abitazioni. Oggi il cambiamento climatico ormai è una realtà con tutte le pesanti conseguenze in termini di vite umane, di migrazioni, di povertà ed emergenze economiche, alimentari e pure sanitarie. Tutto questo è ormai chiaro.

In ogni paese avanzato, in tutta Europa e da noi a livello nazionale, si tenta di portare avanti politiche di efficientamento energetico e di riduzione nell’utilizzo delle fonti fossili. Ovunque tale importante cambiamento trova un settore fondamentale e strategico nella riqualificazione delle abitazioni civili. Tuttavia nel nostro bel territorio, questi Enti ancora bloccano o comunque ostacolano, rendendolo economicamente inaccessibile, ogni progetto o proposta di migliorare le abitazioni, in virtù della necessità di mantenere tutto esattamente così com'è.

Seppure condivido la necessaria tutela paesaggistica, questa non può prescindere dal bisogno e dalla possibilità tecnologica di migliorare gli assetti abitativi dei residenti. Soprattutto quando questi coincidono con il "bene comune" e per comune intendo proprio collettivo. Non si tratta infatti di costruire piscine, o alzare di un piano le abitazioni, o ancora di sbancare parti intere di colli, bensì di dotare le abitazioni esistenti di pannelli solari (che oggi sono disponibili anche in rosso per potersi armonizzare con i coppi dei tetti), o di alzare di pochi centimetri i tetti per poter isolare al meglio le abitazioni.

Ben vengano insomma i pareri negativi per le speculazioni o gli stravolgimenti del territorio volti solo a garantire il profitto di pochi, ma non su quanto sia possibile tecnicamente fare per rendere abitazioni ed edifici meno energivori di quando sono stati costruiti e quindi più rispettosi dell’ambiente. (...)

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