Criminalità

«Chiudere la scaletta in stazione non serve. E un vero presidio di polizia non c'è»

La lettera al nostro giornale sull’azione di Comune e Polizia locale e l’interrogazione del consigliere Filippo Bianchi

«Chiudere la scaletta in stazione non serve. E un vero presidio di polizia non c'è»
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Una serie di episodi molto gravi, accaduti in uno stretto intervallo di tempo: tutti hanno avuto luogo in stazione o nelle immediate vicinanze, con un’accelerazione nell’ultimo periodo. Fatto che ha preoccupato il Comune ed ha portato a un sopralluogo, venerdì 22 luglio scorso, da parte del vicesindaco Sergio Gandi e dell’assessore alle Politiche Sociali Marcella Messina, i quali hanno deciso fosse necessario chiudere la scalinata che da Piazzale Marconi porta a via Bonomelli, dato che lì si concentrano gran parte delle attività di spaccio e degrado.

Il vicesindaco ha dichiarato che agiranno «con tutti i mezzi a disposizione», in particolare con interventi riguardanti la «chiusura della scalinata, ma anche con le associazioni e i servizi sociali. Senza naturalmente mollare la presa sul presidio della zona, prevenzione e arresti». Sulla questione è voluto tornare un cittadino, Augusto Ravasio, con una lettera scritta ieri al nostro giornale:

«Ho letto l'articolo e l'intervento dell'assessore Gandi. Si legge che per la sicurezza verrà chiusa la scaletta che da via Bonomelli porta alla stazione ferroviaria passando per i giardinetti, occupati da extracomunitari dediti allo spaccio e al consumo di droga e alcool. Lì, ogni giorno ci sono delle scaramucce più o meno violente». Una testimonianza che fotografa una situazione che molti hanno constatato, ma che poi passa ad una posizione critica verso le azioni di controllo e repressione: «Si legge del continuo presidio delle forze dell'ordine, che è una falsità – Va avanti la lettera -. Da diversi giorni non si vede più nessun presidio, tranne che una toccata e fuga delle forze di polizia, ma ben lontane dalla zona più pericolosa. Nessun presidio e nessun controllo degni di essere chiamati tali».

Ravasio spiega di aver informato il comandante della Polizia locale rispetto alla

«inutilità delle auto poste in fondo alla piazza della stazione col frontale rivolto verso il Viale Papa Giovanni, lasciando gli agenti per ore e ore inermi e seduti in auto guardando lo smartphone o il viale, mentre sul piazzale e nell'atrio della stazione sfrecciano a tutta velocita biciclette e monopattini».

La sua proposta alternativa è stata quella di far posizionare i veicoli di pattuglia delle forze dell’ordine vicino alle porte della stazione, in maniera tale da poter sanzionare in maniera esemplare chi, utilizzando questi mezzi, non rispetta le regole mettendo in pericolo gli altri. Dopo queste osservazioni, si arriva infine alla chiusura della scalinata:

«a circa dieci-venti metri di distanza c'è uno scivolo, passaggio auto che serve alla Polfer e al bar all'interno dell’area ferroviaria. Quindi? se non possono passare dalla scaletta, passano dallo scivolo – Fa notare in conclusione Ravasio -. Non riesco a capire se è più demenziale il pensare che la chiusura di una scaletta, ma lasciando aperto lo scivolo, riesca a bloccare la delinquenza o essere convinti che questo intervento serva a qualcosa. Lì andrebbe chiusa tutta la zona, altro che interventi palliativi che non servono a niente».

La situazione nella zona della stazione è sempre stata il “tallone d’Achille” della Giunta Gori anche se, a onor del vero, la si è ereditata dalle amministrazioni precedenti ed è sempre stato inteso come un fenomeno endemico di degrado, a cui è difficile rimediare in maniera definitiva. Certo è però che i fatti criminosi di queste settimane hanno offerto la sponda all’opposizione di centrodestra ed è stata presentata un’interrogazione, il 23 luglio scorso, dal consigliere comunale di Fratelli d’Italia Filippo Bianchi: «Negli ultimi giorni – si legge nel testo - la città ha assistito a vari atti di violenza nei pressi della stazione di Bergamo, divenuta costante teatro di fenomeni di illegalità come spaccio, accoltellamenti, risse, furti e bivacchi e ritenuta ormai nel comune sentire zona franca». Da qui Bianchi parte elencando gli episodi più eclatanti: il 18 luglio una giovane donna ha subìto delle molestie verbali e fisiche da parte di un uomo sotto l’effetto di sostanze nei pressi delle pensiline; il 21 luglio 2022 un’altra è stata colpita al volto da un giovane extracomunitario sotto l’effetto di sostanze, per futili motivi, davanti alle forze dell’ordine che erano da tempo sul posto ed è stata sottoposta a un delicato intervento chirurgico alla testa al Papa Giovanni e infine  il 22 luglio il fotografo dell’Eco di Bergamo Beppe Bedolis, mentre stava facendo delle foto per un servizio, è stato aggredito da un gruppo di immigrati che gli hanno lanciato bottiglie e una spranga di ferro. La richiesta del consigliere di Fratelli d’Italia è stata quindi di «prevedere la presenza fissa di alcuni agenti della Polizia locale» e, forse la proposta più interessante nel documento, «l’apertura di un ufficio della Polizia locale nei pressi della stazione».

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