Reddito di cittadinanza, a Treviglio scovati 22 furbetti (come quello che dichiarava di avere 8 figli)
È il risultato dei controlli effettuati nei primi sette mesi del 2022. La città della Bassa è prima in provincia per sussidi assegnati
Controlli serrati, a Treviglio, sulle persone che hanno accesso al Reddito di cittadinanza. E se in tutto il 2021 sono stati beccati 29 "furbetti" (su 49 segnalazioni), nei primi sette mesi del 2022 sono già 22 le persone a cui è stato revocato il sussidio. Lo rivelano i colleghi di PrimaTreviglio.
Come detto, nel 2021 il Comune della Bassa aveva già provveduto a segnalare 49 casi di difformità, di cui 29 casi di dichiarazioni mendaci ai quali è stato revocato il beneficio. Da gennaio a luglio 2022, in seguito a ulteriori controlli, ad altre 22 persone è stato revocato il Reddito.
Svariate le motivazioni: mancato requisito di residenza in Italia da almeno dieci anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo; mancata sottoscrizione di immediata disponibilità al lavoro; segnalazione per convocazione di analisi preliminare non rispettata; altre disposizioni amministrative ministeriali non rispettate. In totale, il beneficio è stato revocato a 51 cittadini precettori di reddito di cittadinanza trevigliesi su 771 (pari al 6,61 per cento).
Tra i casi che più hanno fatto scalpore, c'è quello di un cittadino che per ottenere il Reddito di cittadinanza aveva dichiarato di avere otto figli ma in realtà ne aveva soltanto due. «Riteniamo che la macchina comunale delle verifiche debba proseguire in modo stringente - ha dichiarato la vicesindaco e assessore ai Servizi sociali, Pinuccia Prandina -, continuo e determinato, perché il reddito non finisca nelle mani sbagliate a detrimento di chi ne ha davvero diritto per povertà acclarata».
All'1 agosto 2022, la percentuale del rapporto tra abitanti di Treviglio e percettori di Reddito di cittadinanza è superiore a quella provinciale, che è ferma all'1 per cento dei residenti di tutto il territorio provinciale. Per Treviglio, con 31 mila abitanti, la quota sale al 2,48 per cento.
L’Amministrazione ha poi promosso tre progetti utili alla comunità nell’ambito del Patto per l’inclusione e la crescita sociale. I beneficiari del Reddito sono tenuti a svolgere questi progetti tirocini nel Comune di residenza. Dal primo gennaio sono stati attivati presso le scuole cittadine, il nido comunale, la biblioteca e altri settori. Rispetto all’attivazione dei Puc sono emerse alcune criticità: diversi dipartimenti confondono spesso i Puc come un lavoro, mentre la normativa sostiene che non deve sostituire il personale mancante. I beneficiari conoscono poco della misura del Reddito di cittadinanza e pensano che consista solo nell’erogazione economica e non in una serie di obblighi, tra cui i Puc, pena la ricusa del sussidio.