Braccio di ferro

Cementificio Italcementi di Calusco, un'interrogazione in Regione sulla combustione dei rifiuti

Il consigliere leghista Corbetta chiede una valutazione di «terze parti indipendenti» dopo la richiesta di aumentare la quantità di rifiuti da bruciare

Cementificio Italcementi di Calusco, un'interrogazione in Regione sulla combustione dei rifiuti
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Una interrogazione destinata alla Giunta Regionale è stata presentata oggi (9 agosto) dal consigliere regionale della Lega Alessandro Corbetta. Tema: la questione del cementificio Italcementi di Calusco d'Adda, che nell'ottobre 2014 aveva depositato presso la Provincia la richiesta di aumentare la quantità di rifiuti di vario tipo (fanghi derivati da trattamento delle acque reflue industriali, fanghi biologici essiccati, plastiche e gomme, pneumatici usati triturati, coriandolo di matrice plastica) da trentamila tonnellate annue a 110 mila, con lo scopo di alimentare la combustione nel forno di produzione del cemento.

Il consigliere leghista interroga la Giunta Fontana per comprendere, a tal proposito, quali azioni si possano mettere in campo affinché venga considerata l'opportunità di «introdurre elementi di valutazione epidemiologica che non sia solo fatta dalla parte richiedente ma anche da terzi parti indipendenti».

Una richiesta, sottolinea Corbetta, che arriva dagli enti locali e in particolare dai Comuni della zona interessata che avevano partecipato alla prima Conferenza dei servizi e che, successivamente, «con una decisione quanto meno anomala e discutibile, ne erano stati estromessi dalla Provincia di Bergamo. Alcune amministrazioni e associazioni escluse dalla Conferenza dei Servizi – prosegue Corbetta – hanno sollevato dubbi sulla bontà del metodo utilizzato per l’analisi epidemiologica, che ha suddiviso l’area in zona industriale, agricola e residenziale senza applicare la classica suddivisione in sotto-aree ad alta, media e bassa esposizione come avvenuto per altri inceneritori lombardi».

I Comuni interessati avevano evidenziato al tempo il timore che l'introduzione di rifiuti nel ciclo di combustione «potesse modificare in senso peggiorativo il profilo chimico-fisico delle emissioni non solo in termini quantitativi, ma anche qualitativi». Perciò Italcementi aveva proceduto a presentare lo studio di Health Impact Assessment con l'approccio epidemiologico richiesto, «poi rivisto sulla base della interlocuzione con Ats Bergamo e Ats Monza e Brianza vista la relazione del servizio epidemiologico di Ats Bergamo relativa ad “Analisi dello Stato di salute della cittadinanza del Comune di Calusco d'Adda: mortalità, incidenza di patologie tumorali, ricoveri”».

Ora il consigliere chiede alla Regione l'opportunità di introdurre «elementi di valutazione epidemiologica che non sia solo fatta dalla parte richiedente ma anche da terzi parti indipendenti secondo un modello analitico osservazionale». Inoltre, nel caso l'ampliamento dell'impianto di Calusco dovesse essere confermato, il consigliere chiede che venga previsto l'utilizzo delle Bat (Best available technologies), ovvero «delle migliori soluzioni tecniche impiantistiche, gestionali e di controllo per garantire il più elevato livello di protezione dell’ambiente per l’abbattimento degli inquinanti».

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