L'interrogatorio

Morte della piccola Diana, le parole del bergamasco compagno della madre. La bimba era nata a casa sua

Il 58enne di Leffe è stato ascoltato dagli inquirenti. Ha detto loro di non sapere che Alessia Pifferi fosse incinta fino alla nascita della piccola

Morte della piccola Diana, le parole del bergamasco compagno della madre. La bimba era nata a casa sua
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Ha parlato per la prima volta l'uomo di Leffe compagno di Alessia Pifferi, la 37enne che a metà luglio ha abbandonato sua figlia Diana, di un anno e mezzo, sola in casa. Dopo una settimana, al ritorno della madre, la bambina era morta.

«Mi aveva detto che la bambina era con la sorella» è la frase ripetuta, quasi ossessivamente, dal compagno, 58enne bergamasco. La sua versione, portata al vaglio degli inquirenti, è ed è sempre stata la stessa. «Quando veniva da me, diceva che la bambina era con la sorella o con la baby-sitter». L’uomo non deve essersi posto troppe domande. Quando gli è stato stato chiesto se avesse mai sentito la compagna Alessia telefonare alla sorella o alla fantomatica baby-sitter, chiedere loro della figlia, preoccuparsi di sapere come stesse, l’uomo ha risposto di non aver mai assistito a chiamate simili.

Il 58enne è stato ascoltato dagli inquirenti anche sulla questione della gravidanza. Contrastanti sono infatti le notizie arrivate dalla madre della Pifferi, che ha detto di essere informata della gravidanza della figlia fin dai primi mesi, e l’ostinata versione di Alessia Pifferi stessa, che sosteneva di non essere a conoscenza del proprio stato interessante. Una versione, quest'ultima, confermata anche dall'uomo, che nell’interrogatorio ha spiegato: «Mi ha detto che nemmeno lei sapeva di essere incinta. Non so chi sia il padre».

Eppure, Diana è nata proprio nella casa dell’uomo, a Leffe. Alessia Pifferi e il compagno, stando alla ricostruzione fatta dal bergamasco durante l'interrogatorio, si erano conosciuti su un sito di incontri. La relazione tra di loro era iniziata nell'agosto del 2020 ed era stata coltivata tra «alti e bassi». A queste montagne russe ha di certo contribuito la gravidanza della 37enne, incinta di un altro uomo. Il compagno, che ripete assiduamente di non esser stato a conoscenza della gravidanza, benché avesse «il sospetto che fosse incinta, data l'assenza del ciclo mestruale e la pancia che aumentava sempre più», sembra aver tranciato i rapporti per il periodo successivo alla nascita di Diana.

I due si sarebbero poi riavvicinati e la loro storia è continuata. L'uomo, spesso a Milano per lavoro, andava a trovare Alessia e la sua piccola nella casa di Ponte Lambro, nella periferia est della città. Quando lei si recava da lui, però, sembra che lasciasse quasi sempre la bambina a casa sola. Lo aveva fatto per un paio di giorni prima della tragedia, mai per quasi un’intera settimana. A metà luglio, purtroppo, quei giorni in più da sola sono risultati fatali per la piccola.

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