È il Giorno della Marmotta. Cioè?

Negli Stati Uniti e in Canada, tradizione vuole che oggi (2 febbraio) si festeggi il Groundhog Day, ovvero il Giorno della Marmotta. A discapito del nome che porta, non è una ricorrenza che celebra la figura del simpatico roditore. Si tratta, invece, di un vero e proprio appuntamento meteorologico che cattura l’interesse e la curiosità di tutto il mondo. Ma quindi, di che si tratta? In sostanza, gli appassionati di questo giorno si recano allo zoo di Staten Island dove Chuck, una famosa marmotta che da diversi anni è protagonista del rito, prevederà se l’inverno stia per finire oppure se bisognerà sopportare il gelo ancora per diverse settimane. Arrivati davanti alla sua recinzione occorrerà attendere che Chuck esca dalla tana. Se quando sarà fuori si vedrà la sua ombra ci saranno altre sei settimane d'inverno, in caso contrario si possono ritirare sciarpe e guanti perché la primavera sta per arrivare. Alcune (simpatiche) statistiche dicono che Chuck e gli altri componenti della sua famiglia, che negli anni sono stati coinvolti per l’atteso verdetto, abbiano azzeccato la previsione l’80 percento delle volte. Anche se è una festa che può apparire bizzarra e piena di folklore, negli Usa è una vera e propria istituzione, tanto da richiedere l’autorevole presenza del sindaco di New York.
Come è nata. Secondo diverse tradizioni, i primi giorni di febbraio sono il periodo dell’anno in cui si celebra l’arrivo della primavera e della fertilità. Si è sempre cercato, quindi, di propiziarsi natura e divinità in modo che il raccolto estivo fosse copioso e abbondante. Nell’Irlanda Celtica, in Scozia e nell’Isola di Man, per esempio, il secondo giorno di febbraio è conosciuto come Imbolc, cioè il momento in cui Brighid, la dea della fertilità, fa visita ai coltivatori più virtuosi di ogni villaggio. Invece, come spiega il Post: «Il Giorno della marmotta divenne una tradizione negli Stati Uniti grazie ai popoli di lingua germanica emigrati in Pennsylvania a partire dai primi anni dell’Ottocento. Giunti in America, questi popoli mantennero buona parte delle loro tradizioni legate alla meteorognostica, parola complicata per indicare i sistemi di previsione non scientifici del tempo basati su segni e particolari eventi naturali. In Europa la tradizione voleva che si usassero i tassi o gli orsi, mentre in Pennsylvania si affermò la tradizione più pratica legata all’osservazione del comportamento di una marmotta».
Il primo Giorno della Marmotta venne celebrato a Punxsutawney, in Pennsylvania, il 2 febbraio 1887. Da quel momento la tradizione ha vissuto momenti di alti e bassi, riuscendo comunque a resistere fino ai nostri giorni. Questa festività ha aumentato la sua fama nel mondo grazie a un film del 1993: Ricomincio da capo. Qui, il protagonista, un meteorologo inviato come reporter al Giorno della marmotta, si trova intrappolato in un loop temporale che lo costringe a rivivere continuamente la stessa giornata. Visto il grande successo del film, il regista Harold Ramis e il protagonista Bill Murray sono stati addirittura nominati Gran Cerimonieri del Giorno della marmotta.
Qui c’è la Candelora. Come molti sanno, il 29, 30 e 31 gennaio sono i giorni della merla, ovvero i giorni, secondo la tradizione, più freddi dell’anno.Il 2 febbraio, invece, si festeggia il giorno della cosiddetta Candelora. Si tratta di una ricorrenza della Chiesa cattolica, anche se da sempre è comunque associata anche ad alcune tradizioni popolari. Secondo il calendario cattolico si ricorda la presentazione di Gesù al Tempio, quaranta giorni dopo la nascita. È chiamata candelora perché vengono benedette le candele, simbolo di Cristo «luce per illuminare le genti». Secondo molti detti popolari, invece, il giorno della candelora sancirebbe la fine dell’inverno. Ma attenzione, se il 2 febbraio il tempo è brutto, allora il maltempo e le basse temperature continueranno per almeno un altro mese, in caso contrario si può star tranquilli e iniziare a preparasi al clima più mite della primavera. «Quando vien la Candelora, de l’inverno semo fora; ma se piove o tira il vento, de l’inverno semo dentro»: sono queste, infatti, le parole del famoso proverbio.