Breve selezione di detti di Bergamo tutti dedicati al mese di febbraio
Costruiamo con alcuni detti popolari la carta d'identità del secondo mese dell'anno: Febbraio. Il mese della purificazione, delle candele, dei malanni, delle maschere e dei pronostici sulla primavera che verrà.
- Fevrér, cürtì de giàca e de caàl, a 'l bala, sgrisolét, col Carneàl (Febbraio, corto di giacca e di cavallo, balla rabbrividendo con il Carnevale) Febbraio è, infatti, il mese più corto e freddo dell'anno e, il più delle volte, è tra i suoi giorni che racchiude l'accesa festività del Carnevale.
- Fevrér l'è fiöl d'öna ferlòca, o ch'al piov o ch'al fiòca (Febbraio è figlio di una pazza, o piove o nevica). Con queste parole si intende descrivere le condizioni metereologiche fortemente variabili del mese di Febbraio, che, come suo fratello Marzo, sembra essere pazzerello e climaticamente instabile.
- Fevrér l'è 'l mis che i parla piö póch i fómne (Febbraio è il mese che le donne parlano meno, poiché è il più corto). La brevità del mese si è raccontata anche attraverso detti che scherniscono l'attitudine femminile alla chiacchiera.
- La niv de fevrér la 'ngrassa 'l granér (La neve di febbraio ingrassa il granaio). La neve di Febbraio sembra possedere, nella popolarità, la caratteristica di migliorare e aumentare le produzioni di grano della stagione successiva.
Il mese di febbraio, festeggia, poi, rispettivamente nei giorni 2 e 3, La Madonna Candelora e San Biagio. La ricorrenza della Candelora è legata al rito cristiano della benedizione delle candele; nella tradizione cristiana, inoltre, in questo giorno si benedicono le candele, simbolo di Cristo, «luce per illuminare le genti». La festa è anche detta della Purificazione di Maria, perché, secondo l'usanza ebraica, una donna era considerata impura del sangue mestruale per un periodo di 40 giorni dopo il parto di un maschio e doveva andare al Tempio per purificarsi: il 2 febbraio cade appunto 40 giorni dopo il 25 dicembre, giorno della nascita di Gesù. Questi i detti relativi:
- Quand batt ol sul sö la candéla l'è öna longa primaéra (Quando batte il sole sulla candela è una lunga primavera).
Alla celebrazione di San Biagio, per la quale è tradizione mangiare il panettone raffermo, si rifanno invece i seguenti modi di dire:
- Ol dé de San Bias se benedéss la gola e 'l nas (Il giorno di S Biagio si benedice la gola e il naso, riferendosi al picco di malanni ed influenze che si manifestano proprio in questo periodo).
- San Biàs, presèrvem la gola dai résche de pèss e da tot ol rèst (San Biagio, preservami la gola dalle lische di pesce e da tutto il resto, ricordando uno dei miracoli attribuiti al Santo, il quale narra del salvataggio di un bambino che stava soffocando dopo aver ingerito una lisca di pesce).