Il cammino infinito di Luca Moretti, 3000 chilometri a piedi da Cirano all'Oceano
Il ventenne di Gandino ha camminato per oltre cento giorni, raggiungendo Santiago di Compostela e l'Oceano Atlantico dalla Val Seriana. Un viaggio attraverso l’Europa, ma anche un profondo cammino interiore.
di Giambattista Gherardi
Un viaggio attraverso l’Europa, ma anche e soprattutto un cammino interiore di rara profondità. Dopo oltre cento giorni e quasi tremila chilometri percorsi rigorosamente a piedi, Luca Moretti, vent’anni di Gandino, ha fatto ritorno in paese a metà luglio, abbracciando familiari e amici della comunità di Cirano, dove risiede.
Lo scorso 1 aprile aveva intrapreso un viaggio fino a Santiago de Compostela, arrivando poi a raggiungere le coste portoghesi che si affacciano sull’Oceano Atlantico. Quel giorno, uno dei pochissimi segnati dalla pioggia (appena dodici in tutto in oltre tre mesi), aveva con sé soltanto uno zaino da quindici chili, tenda, sacco a pelo, fornello, fotocamera, un cellulare (rigorosamente privo di connessione internet e social) e una conchiglia, trovata in Croazia. In quel luogo purtroppo trovò la morte nel 2015 (a soli 49 anni) in un incidente stradale mentre viaggiava in bicicletta il padre Ivan Moretti, pioniere della sostenibilità e del biointensivo in Val Gandino, promotore-innovatore di decine di iniziative nell’ambito della Pro Loco e della Comunità del Mais Spinato di Gandino.
Un gruppo di amici ha accompagnato Luca nella prima tratta verso Bergamo, quasi si trattasse della spinta esperta ed opportuna ad un ciclista appena messo in sella. Poi Moretti in solitaria ha percorso la Pianura Padana, valicato le Alpi, attraversato la Francia, salito i Pirenei e raggiunto la Spagna, trovando accoglienza estemporanea lungo la strada a casa di amici, oppure alloggiando in monasteri ed ostelli, ma spesso anche in tenda. Un’impresa non comune, la cui cifra non è certo nei numeri e nelle distanze: dopo l’arrivo a Santiago di Compostela ha aggiunto anche il “saluto” all’Oceano Atlantico in Portogallo. Un ulteriore avamposto da cui sfruttare l’orizzonte del proprio futuro.
Luca ha raccontato il suo Cammino infinito nel familiare salone dell’Oratorio di Cirano, dove erano davvero in tanti ad ascoltarlo con curiosità, interesse e, soprattutto, ammirazione. Ripercorrendo un’infinita galleria di aneddoti e immagini (oltre quattromila), Luca ha raccontato con intensa semplicità sensazioni ed emozioni: le risaie senz’acqua di Vercelli, la prima pasta al sugo a Pasqua, le occhiatacce degli automobilisti, i primi frutti colti durante il viaggio. Ha dimostrato come questa sua avventura non fosse una temeraria sfida fisica o atletica, bensì un viaggio interiore affascinante e profondo, voluto, cercato e vissuto.
Per oltre tre mesi il Forrest Gump gandinese è rimasto fedele alla scelta di viaggiare senza connessione internet e social network. A tratti il telefono è anche rimasto spento per settimane, per tagliare tutti i fili e “vivere davvero quello che si ha sotto ai piedi”. Ha cercato un “mi piace” intimo e intenso, non quello effimero di qualche sbadato e annoiato internauta incollato allo smartphone.
Luca a tavola con mamma Enrica, la sorella Elisa, i parenti e gli amici di Cirano ha parlato di sensazioni incredibili, di luoghi e persone speciali. “La generosità che ho incontrato - ha sottolineato - mi ha dato molto e mi ha insegnato che i piccoli gesti vengono ricambiati sempre: quel che doni prima o poi ti verrà restituito. Dovete provare anche voi, fatelo, perché quello che vi dà un cammino come questo è tanto e vi rimane dentro. Vi aiuterebbe a liberarvi da tanti pesi, dalle cose superflue di cui la nostra vita è contornata. Davanti all’Oceano, in uno splendido tramonto, ho svuotato lo zaino. Sono ripartito più leggero perché avevo capito quale era la direzione giusta da intraprendere. I luoghi che ho scoperto, le cene che ho gustato, a volte in solitaria accanto alla mia tenda, altre volte in ostelli o case ospitanti, ma soprattutto le persone che ho incontrato, son sicuro non siano state un caso, ma segni di chi mi ha voluto e dal Cielo mi vuole ancora bene. In questa esperienza ho provato davvero che donare è una cosa bellissima: aiutare gli altri ti rigenera e ti riempie di gioia”. Guardando Luca nessuno si sofferma sulle gambe che l’hanno portato tanto lontano, ma sugli occhi radiosi che sprizzano soddisfazione. Sono occhi che guardano lontano, oltre l’Oceano, e forse scrutano un nuovo cammino da intraprendere a breve.