Ambiente

L’idea: un parco fotovoltaico galleggiante sul laghetto della ex cava di Pontirolo

Un progetto rivoluzionario contro siccità e caro energia. Il parco potrebbe essere uno dei più grandi d'Europa

L’idea: un parco fotovoltaico galleggiante sul laghetto della ex cava di Pontirolo
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È un’idea rivoluzionaria, e come tutti i progetti che volano molto alto, non è detto che si faccia. Ma visti i costi energetici più che triplicati, a fronte di un calo di produzione agricola fino al venti per cento, ci si pensa seriamente. Il presidente del Consorzio di bonifica della Media pianura bergamasca mette sul piatto la proposta du costruire un impianto fotovoltaico galleggiante sul laghetto della roggia Moschetta di Pontirolo (la più importante riserva idrica della zona, voluta dal Consorzio proprio per far fronte alla siccità). Potrebbe essere uno dei più importanti d’Italia, e d'Europa, nel suo genere.

«Stiamo valutando la via del partenariato per la realizzazione di un impianto fotovoltaico flottante di venti milioni di Kilowattora (2 gigawattora) sul bacino della Moschetta, che potrebbe diventare uno degli impianti più importanti in Italia», conferma in un'intervista sul Giornale di Treviglio in edicola, il presidente del Consorzio di bonifica Franco Gatti. Il progetto, ancora in nuce, potrebbe essere in realtà addirittura tra i più grandi d'Europa, se è vero che il più grande impianto del genere - in costruzione in Portogallo - ha una capacità di accumulo simile. Un progetto ancora tutto da definire, va detto, quello pontirolese, ma che se si concretizzasse sarebbe il classico doppio piccione catturato con una sola fava: da un lato un colpo alla siccità, e dall’altro un taglio ai costi impazziti dell’energia.

Non esistono al momento molti impianti fotovoltaici «flottanti», in Italia, anche se questo tipo di installazioni è in crescita e secondo «Solar Power Europe», nel 2030 la capacità globale del fotovoltaico flottante raggiungerà i 62 gigawatt. L'impianto del genere più grande d'Europa si trova in Portogallo, ed è in fase di realizzazione da parte della società elettrica Edp. Si tratta dell’Alqueva Floating Photovoltaic, nel bacino della diga idroelettrica Alqueva, nel sud Est del Paese, non lontano dal confine con la Spagna. Sarà costituito da oltre 12mila pannelli solari su una superficie pari a quattro campi da calcio. Stando a Reuters, l'impianto portoghese avrà un accumulatore di energia simile a quello ipotizzato per Pontirolo, da 2 gigawattora, e sarà in grado di fornire elettricità a 1.500 famiglie.

I vantaggi principali di questo tipo di impianti - rispetto al fotovoltaico «terrestre» - riguardano il consumo di suolo: sorgendo sul pelo dell'acqua di specchi perlopiù di scarso valore naturalistico (come il laghetto della Moschetta, del resto), sono relativamente semplici da installare e da smantellare. Inoltre, secondo alcuni studi, a parità di dimensioni l'energia elettrica prodotta da un impianto flottante rispetto ad uno su terraferma può aumentare dal 7 al 15%, a causa delle minori temperature che si raggiungono in acqua rispetto che sulla terraferma. Ne giova anche la durata dei pannelli stessi. Infine, anche la manutenzione è ridotta: sull'acqua i pannelli si «impolverano» meno che sul terreno, e si riducono gli interventi necessari a mantenerli in piena efficienza.

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