Attenzione alla nuova "truffa del catalogo": salassi fino a 24mila euro
Dalmine e levate sono le zone più colpite. Parlano di voucher per il turismo senza vincoli, invece si tratta di un contratto vero e proprio
Tra mail, chiamate, visite in casa, il tranello e la truffa possono celarsi dietro uno schermo come al di là della porta.
Ormai, in molti hanno imparato a drizzare le antenne, eppure, anche i truffatori continuano a migliorare le tecniche per restare sempre insospettabili e agire tranquillamente. È quello che sta succedendo da qualche tempo nella bergamasca con un gruppo di giovani che agiscono in modo scaltro e deciso, mostrandosi prima dolci e comprensivi, poi improvvisamente scontrosi. Attualmente, il gruppo è attivo soprattutto nella zona tra Dalmine e Levate. l’Adiconsum Bergamo, nelle parole della presidente Mina Busi, avverte: «Questi venditori porta a porta hanno ripreso l’attività a pieno ritmo dopo due anni di difficoltà a causa del covid. Uno degli ultimi casi ai nostri sportelli riguarda una società che appunto fornisce un dépliant per la promozione di viaggi, finalizzato secondo quanto dichiarato dal venditore per invogliare il malcapitato, al rilancio del turismo. Viene detto che è semplicemente un voucher senza alcun impegno: naturalmente le condizioni sono ben nascoste in quanto la parte contrattuale della commissione sottoscritta resta incollata sulla cartelletta. Di fatto il malcapitato si è ritrovato un contratto sottoscritto di acquisto viaggi soggiorno per otto mila euro all’anno e per tre anni».
Una soluzione c’è. L’importante è agire in fretta e non vergognarsi nel contattare familiari e parenti per farsi aiutare. Più di tutto, è importante rivolgersi a una Associazione dei consumatori per contestare la alla controparte l’assenza di volontà della vittima. Busi spiega: «Chi ha subito il raggiro del catalogo non deve scoraggiarsi – conclude Busi. Se ci si accorge entro quatordici giorni dalla firma del contratto presentato come dépliant, si può recedere senza costi inviando una raccomandata con ricevuta di ritorno all’azienda in questione».
In generale, il suggerimento è l’atavico “non parlare con gli sconosciuti”, che tanto spesso si ripete a figli e nipoti, ma che spesso sono proprio gli adulti a dimenticare.