Crisi

Manca l'anidride carbonica, la Sanpellegrino chiude lo stabilimento di Ruspino per due giorni

La difficoltà nel reperire CO2 ha colpito anche la Bergamasca

Manca l'anidride carbonica, la Sanpellegrino chiude lo stabilimento di Ruspino per due giorni
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La carenza di materie prime, e più in particolare la difficoltà nel reperire CO2 per bibite e bevande gassate, ha colpito anche la Bergamasca. Tanto da costringere un colosso come la Sanpellegrino a chiudere il suo stabilimento di Ruspino, a San Pellegrino Terme, per due giorni.

Giovedì 15 e venerdì 16 settembre, quindi, porte chiuse e dipendenti in permesso retribuito. La società ha fatto sapere in una nota stampa che, nonostante il generalizzato problema della carenza di materie prime che coinvolge tutti i settori e il protrarsi della situazione di estrema difficoltà dei produttori di CO2, «l'azienda continua a ricercare nuove linee di approvvigionamento con l'obiettivo di ritornare il prima possibile al normale flusso di produzione».

Preoccupa però la possibilità che possa ripetersi in futuro: a tal proposito, è atteso un incontro con la Rsu (Rappresentanza sindacale unitaria).

In realtà, la questione era già stata sollevata a luglio dal numero uno della Acqua Sant'Anna. «La CO2 è introvabile e anche tutti i nostri competitori sono nella stessa situazione - diceva allora Alberto Bertone, presidente e ad dell'azienda -. Ho dovuto fermare la produzione dell’acqua gassata, vale il trenta per cento della nostro produzione, poco più 1,2 milioni di bottiglie al giorno. Siamo disperati». Proprio quelle parole, forse, hanno causato, a inizio agosto, una vera e proprio corsa all'acqua gassata, tanto che in diversi supermercati italiani erano stati riscontrati problemi di reperimento.

Una situazione che pareva essere rientrata, ma che, stando a quanto sta accadendo in Val Brembana, resta ancora di attualità in realtà.

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