Note stonate

Scuola, a Bergamo una ripartenza perfetta? In realtà non tutti sono d'accordo

Il provveditore Cubelli aveva parlato di cattedre coperte al 90 per cento. In realtà le cose non stanno proprio così

Scuola, a Bergamo una ripartenza perfetta? In realtà non tutti sono d'accordo
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di Marta Belotti

Chi ben comincia è a metà dell’opera, ma forse sulla scuola non tutto, nonostante i proclami, è andato per il verso giusto e ingranare la marcia non è poi così scontato.

La scorsa settimana, all’alba dell’anno scolastico incipiente, il dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale di Bergamo Vincenzo Cubelli ha riportato i dati del primo bollettino pubblico, secondo il quale il novanta per cento dei posti mancanti tra i professori negli istituti della provincia sono stati coperti. L’anno scolastico sarebbe quindi potuto iniziare in modo «regolare». Anche i presidi, secondo quanto riportato da L’Eco di Bergamo, si sono detti contenti.

Peccato che a essere interrogati siano stati solo quelli della città, dove le cattedre storiche restano ben salde e troppi problemi di ricambio non ce ne sono.

A segnalarci che qualcosa non va sono invece le voci dei docenti, o aspiranti tali, che rompono l’argine di un fiume che è stato descritto come cheto e già ben istradato quando è, invece, ancora un torrente giovane e burrascoso, in attesa di essere riempito di nuove acque.

«Quest’anno sono uscite prima le graduatorie e poi le nomine - racconta un docente, che preferisce restare anonimo -. Dopo due anni alle spalle di esperienza nella Bergamasca e un punteggio alto, mi aspettavo di essere chiamato. In base ai punti e al fatto che avevo selezionato il più ampio raggio di preferenze possibili, mi avrebbero dovuto nominare. Ma non è andata così».

L’insegnante spiega la delusione e l’amarezza di chi vede persone con un punteggio inferiore ottenere il tanto ambito incarico “annuale” o «fino al termine delle attività didattiche». Per lui, come per molti altri, non rimane che aggrapparsi alla speranza delle rinunce che rimetteranno in gioco molti, allungando di un bel po’, però, la conclusione delle assegnazioni.

«A Bergamo sono stati commessi degli errori stratosferici - commenta ancora il docente (...)

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