Omicidio di Casale Cremasco

Ritratto di Domenico Gottardelli, il killer che voleva “regalare sorrisi”

In carcere a Cremona, il 78enne si è avvalso della facoltà di non rispondere

Ritratto di Domenico Gottardelli, il killer che voleva “regalare sorrisi”
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Da tutti conosciuto come una persona tranquilla e che in passato mai aveva avuto problemi con la giustizia, ora si trova in carcere a Cremona, ma non è escluso che nei prossimi giorni possa ottenere gli arresti domiciliari vista l’età e le patologie di cui soffre (in passato ha anche subito un trapianto di fegato). Sconosciuto, al momento, il movente di Domenico Gottardelli, anche se probabilmente si tratta di una questione di soldi. Si è avvalso della facoltà di non rispondere il 78enne di Covo accusato dell'omicidio dell'imprenditore 61enne Fausto Gozzini. Il pensionato, difeso dall’avvocato Santo Maugeri, interrogato dai magistrati non ha risposto alle domande per far luce sul movente che mercoledì mattina lo ha portato a sparare a sangue freddo al titolare di un'azienda di Casale Cremasco.

Ma chi è Domenico Gottardelli? In paese lo conoscono in molti, per via della sua scelta di vita che l’ha portato negli anni per le strade della Bassa a bordo della sua "Dyane", due cavalli Citroen, tappezzata di messaggi positivi, perché come ha sempre sostenuto: "Portare gioia, il sorriso di un uomo è il bene più prezioso". Una scelta fatta nel 2010, dieci anni dopo aver ricevuto il trapianto di fegato, senza il quale sarebbe morto.

Gottardelli dopo aver acquistato la celeberrima "Dyane" ha iniziato a modificarla prima con delle targhe e bandierine provenienti da tutto il mondo e successivamente con delle piccole miniature di automobili trovate in un mercatino di Milano rendendo il mezzo un vero e proprio capolavoro. Da allora il covese, che non era membro ufficialmente dell'associazione "Amici del trapianto", ma ne sosteneva la causa, ha continuato a portare il suo messaggio di speranza nelle strade della Bassa.

Ultimamente lo si vedeva meno, dato che è solito trascorrere la maggior parte dell’anno tra il Sud America e il Nord Africa. Lo sgomento in paese è tanto. Oltre a questa natura stravagante, Gottardelli è conosciuto come una persona mite, dedita al lavoro e alla sua causa benefica. Nella vita privata l’ex idraulico, celibe e senza figli, ha ceduto la sua attività ai nipoti. Riservato e pacifico, abita durante le sue permanenze in paese, in via Nozza, in una cascina ristrutturata.

Mercoledì l’anima pacifica di Gottardelli però è stata soppiantata da una fredda crudeltà. Il pensionato, infatti, è partito con ogni probabilità dalla sua abitazione con a bordo il fucile da caccia, per il quale non aveva una licenza, e una volta arrivato nell’ufficio di Fausto Gozzini ha aperto il fuoco per due volte, prima a terra e poi contro la vittima. Dopo aver sparato è stato bloccato e disarmato dal figlio di Gozzini, e una volta arrivati i militari e i soccorsi sanitari, Gottardelli è stato trasportato all’ospedale in evidente stato confusionale. Di certo, della tragedia resta l’immagine finale di mercoledì, nel cortile dell’azienda, dove la salma straziata della vittima è passata vicino all’automobile del carnefice, tappezzata di messaggi di speranza e inni alla vita.

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