Intervista a Mariastella Gelmini (Azione): in Forza Italia di centro c'è ben poco
Il ministro uscente racconta i retroscena che hanno portato alla caduta di Draghi e attacca gli azzurri
di Wainer Preda
Mariastella Gelmini non ha bisogno di presentazioni. Politico abilissimo e di primo piano ormai da anni, le abbiamo chiesto i motivi dell'abbandono di Forza Italia e le ragioni della sua nuova esperienza con Azione di Carlo Calenda. Ne sono usciti spunti interessanti. L'ex ministro degli Affari regionali del governo Draghi è candidata per il Terzo polo (Azione-Italia Viva) al Senato, nel collegio di Treviglio.
Gelmini, perché ha deciso di candidarsi a Treviglio?
«Ho risposto positivamente all’invito di Carlo Calenda a rappresentare il Terzo polo in questo collegio, composto da tanti comuni bergamaschi e bresciani. Sono lombarda, questa è la mia terra».
Che cosa ha fatto finora, appunto, per la nostra terra?
«Mi sono spesa tanto per l’autonomia: in questi 18 mesi ho lavorato fianco a fianco con Attilio Fontana e gli altri presidenti di Regione portando a casa un accordo importante. Eravamo a un passo dall’approvazione della Legge quadro in Consiglio dei Ministri, ma la caduta del governo Draghi per mano di Lega, Forza Italia e Movimento 5 Stelle, ha bloccato tutto. E poi c’è la montagna: dopo 30 anni abbiamo dato ai territori montani una nuova legge, prevedendo 100 milioni di euro nel 2022 e 200 milioni di euro strutturali dal 2023 in poi».
Una volta a Roma, qual è la questione più urgente che cercherà di risolvere per Bergamo?
«Continuerò sicuramente a battermi per l’autonomia. La legge quadro è pronta e spero che il prossimo governo la approvi quanto prima. Porterò avanti la collaborazione iniziata in questi mesi al Ministero per gli Affari regionali con sindaci e amministratori locali, province e Regioni. Tornerò poi ad occuparmi del (...)