La polemica

Piazzale Alpini "privatizzato"? Qualcuno si lamenta, ma per Comune e quartiere va bene così

Social all'attacco per le transenne che, di fatto, limitano l'accesso: «La città ha guadagnato un'arena per concerti ma ha perso una piazza»

Piazzale Alpini "privatizzato"? Qualcuno si lamenta, ma per Comune e quartiere va bene così
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di Marta Belotti

Per tutta estate, i volti di band musicali e di cantanti, dai Ministri a La rappresentante di Lista, da Ernia a Nada, stampati sui grandi teloni sulle transenne di piazzale Alpini hanno troneggiato come golem che custodiscono un luogo inaccessibile. La stagione di concerti, che ha portato a Bergamo artisti noti e meno noti, tutti apprezzati, si è conclusa. In tanti hanno lodato, a ragione, il successo di Nxt Station che “abita” nel piazzale.

Una piazza “privatizzata”

Tuttavia, non manca chi ha storto il naso. Non solo i vicini che si sono lamentati della musica, ma anche i cittadini che si sono sentiti privati di uno spazio pubblico. Le voci rimbalzano tra le vie e sui social, come chi sottolinea: «Sono rimasta basita quando una sera, alle sei e mezza, per entrare a prendere un panino e una bibita mi sono stati chiesti quindici euro, perché più tardi ci sarebbe stato un concerto. Me ne sono andata delusa senza panino».

È vero, i cancelli restano aperti durante la giornata, con possibilità di pranzi di lavoro e non solo. Ma le transenne comunicano un’idea di chiusura. Di certo, non si è invitati a entrare. L’idea è piuttosto quella di una fortezza dal cuore pulsante di notte, ma un po’ desolata di giorno. Critiche ce ne sono state e riguardano soprattutto la “privatizzazione” di una piazza pubblica, tuttavia l’Amministrazione è convinta della scelta, transenne comprese.

Dice Luca Mangili, presidente del Comitato di quartiere e proprietario della tabaccheria accanto alla stazione autolinee: «Sono qui da cinquant’anni e i problemi ci sono sempre stati in zona, lo sappiamo. Prima erano gli italiani a spacciare o bivaccare, ora sono più gli stranieri, ma poco cambia. Sicuramente, chi parla male di piazzale Alpini per come è ora o è perché non vuole vedere gli aspetti positivi e fare retorica, oppure ha la memoria corta. Si preferivano gli schiamazzi alla musica? Gli accoltellamenti e le risse al posto dei giovani che ballano sotto il palco? Io no. Che poi si possano non apprezzare le transenne, va bene. Tuttavia, io credo che non sia una soluzione definitiva, ma soltanto un momento che serve a rendere la zona più sicura, ad abituare la gente a vivere e a ripopolare piazzale Alpini. In poche parole, il gioco vale la candela».

Servono proprio le transenne?

Mangili ha pochi dubbi che la scelta dell’Amministrazione sia andata nella direzione giusta fin dal principio. La riqualificazione di piazzale Alpini risale al 2018, quando era stato presentato il progetto esecutivo per un valore di circa due milioni di euro. I lavori si sono conclusi proprio a ridosso della pandemia, nel febbraio 2020, come ricorda Francesco Valesini, assessore alla Riqualificazione urbana: «Forse (...)

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