Palomino aspetta notizie da oltre un mese: per quanto ancora non ci saranno novità?

di Fabio Gennari

José Luis Palomino aspetta di sapere cosa ne sarà del suo futuro. E questa situazione dura da oltre un mese: era l'1 settembre quando a Roma il difensore tucumano stato sentito dalla Procura Antidoping in merito alla positività, confermata dalle contronanalisi, al Clostebol Metabolita.

Il difensore della Dea è in un bel pasticcio: davanti al procuratore di Nado Italia, Pierfilippo Laviani, il ragazzo ha parlato sostenendo la tesi della contaminazione accidentale. Quindi si è dichiarato non colpevole e ora attende, insieme agli avvocati Maria Turco e Luigi Chiappero, di sapere quando (e se) ci sarà il processo.

La situazione è chiara: la tesi che sostiene Palomino è quella del contatto accidentale. Non ci sono dettagli su cosa abbia dichiarato di preciso il giocatore davanti ai giudici, anche la quantità di sostanza rilevata non è dato conoscerla, ma questo fa parte della strategia difensiva: gli avvocati del giocatore conoscono perfettamente di quanta sostanza si parla, quanto le tracce siano più o meno piccole. Palomino era stato pizzicato da un controllo antidoping a sorpresa a inizio luglio, subito dopo le vacanze in Argentina. I tempi confermano che il contatto con la sostanza proibita è antecedente al ritorno a Zingonia.

Quello che ora si attende, tuttavia, è l'inizio del processo. «Ho detto come stanno le cose e la Procura mi ha ascoltato. Ora aspettiamo e speriamo: la situazione è difficile ma sono fiducioso. Spero che tutto questo passi velocemente per tornare presto in campo», aveva detto il giocatore oltre un mese fa. E proprio in quel «velocemente» sta tutta l'attesa di conoscere i prossimi passi che anima sia il giocatore che tutte le parti coinvolte. In regime di sospensione, a Palomino è vietato il contatto con i tesserati e quindi non può allenarsi in gruppo. Conoscere presto l'evoluzione della situazione è molto importante anche per questo motivo.