La prof sgozzata

Omicidio di Gianna Del Gaudio: Antonio Tizzani assolto anche in appello

È arrivata nel tardo pomeriggio la sentenza per l'ex ferroviere accusato di aver ucciso la moglie nella loro villetta di Seriate, il 26 agosto 2016

Omicidio di Gianna Del Gaudio: Antonio Tizzani assolto anche in appello
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Assoluzione anche in secondo grado. La Corte d’Appello di Brescia ha assolto per la seconda volta Antonio Tizzani durante processo per l’omicidio della moglie Gianna Del Gaudio, avvenuto nella loro villetta di Seriate nella notte tra il 26 e il 27 agosto 2016.

La sentenza è arrivata nel tardo pomeriggio di oggi 7 ottobre. La Corte d'appello di Brescia era presieduta dal giudice Giulio Deantoni.

Tizzani, ex ferroviere in pensione, era accusato di aver ucciso la moglie, professoressa in pensione, la notte del 26 agosto 2016 nella loro casa di Seriate. L'imputato, che quest'oggi non era presente in aula, si è sempre dichiarato innocente, accusando un non ben definito «uomo incappucciato» che sarebbe entrato nella casa della coppia.

L'assoluzione in primo grado

Al processo di primo grado, che si è tenuto a Bergamo, Tizzani era stato assolto con formula piena. Secondo la ricostruzione della Procura, Gianna Del Gaudio è stata sgozzata con un taglierino trovato, due mesi dopo il delitto, a seicento metri da casa Tizzani. Si trovava in una siepe, dentro una busta delle mozzarelle identica a quelle che venivano consegnate di solito alla coppia.

Sul taglierino sporco di sangue della poveretta c'era il dna dell'imputato. Per l'accusa si trattava di una prova a carico di Tizzani. In primo grado, però, la Corte l'ha considerato un «mero indizio» senza escludere l'«eventualità» di contaminazione, come ipotizzato dal genetista della difesa Giorgio Portera. Cosa peraltro esclusa dagli esperti del Ris.

Dentro il sacchetto c’era anche un paio di guanti con un Dna rimasto ignoto. L’aplotipo Y trovato è lo stesso di quello isolato su Daniela Roveri, la manager uccisa quattro mesi dopo Gianna Del Gaudio, anche lei con una coltellata alla gola, nell’atrio del suo palazzo a Colognola.

Tizzani ha sempre sostenuto che ad agire quella sera sarebbe stato un uomo incappucciato, colto mentre frugava nella borsa della moglie e poi fuggito dalla finestra. L'ex ferroviere ha riferito e confermato che lo sconosciuto aveva le mani nere. Non avendo lasciato impronte, doveva indossare i guanti.

L'ipotesi dell'accusa, invece, era che Tizzani avesse agito al culmine di una lite. Ma secondo i giudici del primo grado, la dinamica dell'omicidio - con la donna aggredita da dietro e poi sgozzata -, non sarebbe compatibile con quella di un marito «sconvolto dalla rabbia o obnubilato dai fumi dell’alcol», scrivono.

E il secondo grado

Questa mattina, il sostituto procuratore generale di Brescia Francesco Rombaldoni aveva chiesto l'ergastolo per Tizzani, per omicidio volontario. La sua requisitoria è durata un'ora e mezza. La difesa invece aveva chiesto l'assoluzione. I giudici si sono poi ritirati in camera di consiglio, per deliberare. E nel tardo pomeriggio è arrivata la seconda assoluzione.

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