Delusione per il Treno della Memoria che è passato dalla Bassa
Il sindaco di Romano: "Tutti avevamo colto il valore simbolico di questo passaggio, ma poi è stato completamente frustrato da come è avvenuto"
Il lutto per la tragedia della Grande Guerra, e il tributo a tutte le sue vittime attraverso la figura del Milite Ignoto, le cui spoglie, da Aquileia, nel 1921 furono traslate all'Altare della Patria dopo un lungo e partecipato viaggio in treno attraverso l'Italia finalmente unita. Questo doveva ricordare il Treno della Memoria. Invece, almeno a Romano di Lombardia, ha finito per incarnare l'ennesima spaccatura di questo strano Paese: quella tra città e provincia, che anche questa volta si è sentita bistrattata. Il convoglio che, per iniziativa del Ministero della Difesa, e in collaborazione con Ferrovie dello Stato, sta percorrendo in questi giorni un lungo viaggio da Trieste a Roma, per celebrare quell'anniversario, ieri è passato dalla Bassa bergamasca. Ma non come si pensava.
Il Treno della Memoria passa da Romano: "Che delusione"
Ieri sera, venerdì 7 ottobre, il Treno della memoria transitava per la Bassa bergamasca dalle stazioni di Calcio (alle 22:24), Romano (22:29), Morengo Bariano (22:31), Vidalengo (22:35) e Treviglio (22:38), lungo la linea ferroviaria Milano-Venezia, proveniente da Trento e diretto al capoluogo lombardo.
Non era previsto, va detto, che si fermasse: sono 17 le tappe che dalla partenza al 4 novembre interesseranno il convoglio, e nessuna è in zona. Ma dopo il tam tam mediatico, e centinaia di messaggi di WhatsApp circolati di paese in paese, nei gruppi comunali e delle associazioni di volontari, alla stazione di Romano, ieri sera, c'erano davvero tantissime persone, per tributare un saluto dal treno. Sindaci, rappresentanti delle Istituzioni, volontari delle associazioni d'Arma, operatori del Terzo settore e semplici cittadini provenienti da tutta la Bassa orientale e non solo. E in molti tra loro si aspettavano, se non una sosta improvvisata di qualche secondo, almeno un accenno di rallentamento, o un saluto a mezzo della sirena. E invece no: il Treno della Memoria è sfrecciato via nel buio come nulla fosse. Pochi secondi, alle 22.29: nemmeno il tempo di un saluto come si deve.
La protesta del sindaco di Romano
I borbottii sono stati parecchi già ieri sera, ma è stamattina, a mente fredda, che il sindaco di Romano Sebastian Nicoli ha deciso di dar voce a questa collettiva delusione. Le celebrazioni locali per il passaggio del Treno della Memoria sono state infatti sostanzialmente spontanee: sindaci e istituzioni si sono organizzati informalmente ma alla fine hanno dato vita a una vera e propria manifestazione, sia a Romano che a Treviglio. Alla stazione Centrale di Treviglio, il rallentamento c'è stato, denuncia il primo cittadino romanese. Mentre nella stazione principale della Bassa orientale ha tirato dritto come... beh, come un treno. Lasciando sindaci e associazioni, persino con banda musicale al seguito, fermi sul binario, sentendosi un po' come Artemio ne "Il ragazzo di campagna", a Borgo Tre Case.
Nicoli: "Una mobilitazione di massa, ma che delusione" (e non solo qui)
"Le associazioni d’Arma locali e non sono state mobilitate e si sono organizzate sia a Romano e sia in tutte le altre stazioni ferroviarie - spiega il primo cittadino Nicoli - Sono le associazioni che hanno attivato e sensibilizzato i sindaci, perché così è stato chiesto loro. Io ho persino chiesto la presenza del Corpo civico musicale. Insomma: ho avuto modo di vedere che questa mobilitazione di massa è stata fortemente caldeggiata, anche nei prossimi territori in cui transiterà il treno. E sebbene si sapesse che il convoglio non si sarebbe fermato, di sicuro l’aspettativa era che ci fosse un rallentamento così come del resto è avvenuto per esempio alla stazione Centrale di Treviglio...".
"Cosa dire: una profondissima delusione! - continua il sindaco - Credo che non sia rispettoso delle comunità chiedere che vi sia una partecipazione della gente, che a Romano ha risposto in massa, riunendo anche le persone dei paesi vicini, e far passare questo treno a una velocità tale che nemmeno ci si è potuti rendere conto che si trattasse del treno tanto atteso. C’erano associazioni, famiglie con i figli anche più piccoli, tutti avevano colto il valore simbolico di questo passaggio che, mi si permetta dirlo, è stato completamente frustrato da come è avvenuto".
"Una grossissima occasione sprecata! So del disappunto e della delusione anche in tante altre stazioni del percorso" ha concluso Nicoli.
Il Treno della Memoria prosegue il viaggio verso Roma
Il viaggio del Treno della Memoria celebra l'anniversario dell'arrivo nella stazione di Roma Termini del convoglio su cui era posta la salma del Milite Ignoto. Un viaggio lungo 5mila chilometri e suddiviso in 17 tappe, da Trieste a Palermo, e arrivo a Roma il 4 novembre.