La polemica

Trenord, Regione bocciata dall’autorità dei trasporti sull’affidamento diretto

Bussolati (Pd) e Carretta (Azione): «Governance inadatta, in gioco soldi pubblici, quelli del Pnrr e del fondo nazionale»

Trenord, Regione bocciata dall’autorità dei trasporti sull’affidamento diretto
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Una gara che incentivi la concorrenza, e non l’affidamento diretto. Lo sostengono, riguardo a Trenord, i consiglieri regionali Pietro Bussolati (Pd) e Niccolò Carretta (Aazionie), entrambi membri della Commissione Trasporti. Hanno presentato alla stampa il testo della risposta che L’Autorità di Regolazione dei Trasporti (Art) ha dato ad una loro sollecitazione circa l’opportunità di procedere con l’affidamento diretto del sistema ferroviario regionale a Trenord, come dichiarato più volte dalla Giunta lombarda e dall’assessore Claudia Maria Terzi, senza dunque procedere alla predisposizione di una gara che incentivi la concorrenza.

L’autorità, nella risposta ai due consiglieri di opposizione, ha affermato di aver evidenziato a Regione Lombardia l’inopportunità di ricorrere a continue proroghe in quanto ritardano la piena applicazione della regolazione dell’Autorità e il perseguimento degli obiettivi di efficacia, efficienza, qualità e trasparenza.

Rispetto all’affidamento diretto, che la Regione prospetta per il periodo 2023-2032, l’autorità conferma la liceità, ma segnala che in sede di Consiglio dell’Unione Europea «sia stata espressa preoccupazione per l’assetto concorrenziale del mercato ferroviario regionale italiano, sottolineando, nell’ambito delle riforme in materia di concorrenza previste dal Pnrr, l’importanza di incentivare l’adozione di procedure competitive per gli affidamenti del trasporto pubblico ferroviario, circoscrivendo il ricorso alla modalità in house, anche in merito alla relativa durata contrattuale».

Nello stesso documento si aggiunge che «si è rilevata anche l’opportunità di una riconsiderazione della durata del prossimo affidamento, che potrebbe essere ridotta rispetto al limite massimo ammesso, in modo tale che sia commisurata al tempo necessario per l’adeguata risoluzione delle criticità evidenziate, relativamente agli aspetti infrastrutturali e al sistema tariffario, al fine di rimuovere gli ostacoli attualmente rilevati e consentire alla Regione di ampliare le proprie valutazioni in futuro sia in merito alla perimetrazione dei lotti che alla modalità di affidamento».

«La situazione ferroviaria regionale è in peggioramento da anni – dichiara Bussolati - e la Regione, anziché scegliere di collaborare e ascoltare le richieste dei pendolari, decide di azzerare la comunicazione e la trasparenza delegittimando le rappresentanze e i tavoli di quadrante in attesa di convocazione da mesi. La media dei ritardi, che ha visto un picco nel mese di luglio con 28 linee su 42 oggetto di bonus per gli abbonamenti, è sempre più consolidata e costante nonostante numerose iniziative dal basso, come l’ultima raccolta firme degli stessi pendolari che ha raggiunto quota 30.000 sottoscrizioni e che chiede un urgente e concreto cambio di passo. La Giunta, dopo aver proceduto con due proroghe del contratto di servizio, lo scorso luglio, in occasione del Bilancio di Assestamento, ha scelto di prorogare ulteriormente la scadenza fino a luglio 2023, legando così mani e piedi dei decisori della prossima legislatura, che auspichiamo portino maggior attenzione al trasporto pubblico e maggior rispetto per i pendolari».

«Quello che chiediamo – ha proseguito Carretta – è più trasparenza nelle procedure, ma soprattutto più coinvolgimento della Commissione Trasporti che, ad oggi, è all’oscuro di qualsiasi ragionamento sul nuovo contratto di servizio che impegnerà circa mezzo miliardo di euro all’anno di risorse regionali sulle spalle di tutti i lombardi. L’Art ha messo in guardia la stessa Regione – bocciando nei fatti la decisione di procedere con l’affidamento diretto - auspicando che si proceda con la massima attenzione per non perdere i finanziamenti del Pnrr per il rinnovo del parco rotabile e non venga decurtata la quota spettante del Fondo Nazionale dei trasporti, che nel 2021 si attestava attorno ai 400 milioni di euro».

«L’Autorità di Regolazione, nella lettera resa nota questa mattina, ha richiamato un parere che raccomandava fortemente l’abbandono della prassi dell’affidamento diretto in favore di un meccanismo che valorizzi la concorrenza e contribuisca a migliorare il servizio creando contesti di maggiore efficacia ed efficienza” hanno concluso i due consiglieri di opposizione».

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