I rapinatori di prostitute che odiavano gli italiani: arresti anche a Bergamo
Si tratta di un gruppo di 17enni egiziani che era stato ospitato in una comunità di Trezzano sul Naviglio, dove erano avvenuti gli agguati a lucciole e clienti
I carabinieri hanno arrestato quattro giovani egiziani, tutti 17enni e ospitati in comunità di Bergamo e Milano, sospettati di diverse rapine attuate a danni di prostitute e clienti nel comune di Trezzano sul Naviglio.
I fatti contestati sono avvenuti quest’estate ed il modus operandi era più o meno sempre lo stesso: la banda, al tempo ospitata in una comunità del paese del Milanese, demarcava in maniera aggressiva il territorio che considerava sotto il proprio controllo, tendendo agguati a notte fonda alle lucciole ed ai loro clienti che si appartavano in alcuni parcheggi di supermercati. Apparivano dal buio all’improvviso, armati di mazze da baseball e urlando frasi di risentimento nei confronti degli italiani.
Le vittime venivano minacciate, malmenate e costrette a cedere quanto di prezioso avevano con sé: nonostante le ripetute azioni criminali, i soggetti avrebbero sottratto solo qualche centinaio di euro, per cui gli investigatori ipotizzano che la motivazione reale fosse quella di allontanare i bersagli dal loro territorio, come testimonierebbe il danneggiamento delle macchine in cui si appartavano.
L’indagine è partita in seguito alle denunce ai carabinieri di Trezzano da parte di due prostitute, le quali avrebbero subito un tentativo di rapina e due rapine, stavolta portate a termine dal gruppo, tra giugno e luglio. In una di queste occasioni, gli autori avrebbero chiaramente detto: «Non venite qua, noi ce l’abbiamo a morte con gli italiani». Una delle donne, per evitare di essere picchiata durante un episodio, avrebbe detto di essere di nazionalità albanese, venendo così risparmiata dalla furia del branco.
In compagnia degli esecutori materiali dei crimini ci sarebbero stati anche altri ragazzi, che stavano a guardare senza fare nulla oppure ridevano e incitavano i compagni. I sospettati avrebbero manifestato il loro rancore anche in altre occasioni a Trezzano, arrivando ad attriti con i giovani locali, culminati l’11 luglio scorso con il lancio di una bottiglia Molotov nel giardino dell’istituto. Adesso i quattro si trovano nel carcere minorile di Bologna.