Simba La Rue passa dal carcere ai domiciliari: «Il diritto alla salute deve prevalere»
Il giudice ha fatto questa scelta affinché il trapper segua un'attività di recupero in dei centri specializzati. Tutta colpa dell'accoltellamento di cui fu vittima a Treviolo
Dopo l'arresto di una settimana fa, il trapper Simba La Rue – al centro di una serie di inchieste per rissa, rapina e lesioni – esce nuovamente dal carcere per andare ai domiciliari a casa dei genitori, in provincia di Como. I motivi sono legati principalmente alla salute.
Mohamed Lamine Saida, questo il vero nome del 23enne, fu accoltellato lo scorso giugno a Treviolo dalla gang del trapper rivale Baby Touché (di Padova), mentre accompagnava l'allora fidanzata Barbara Boscali, recentemente arrestata in quanto mandante dell'aggressione.
Dopo la convalescenza in ospedale e un'operazione, quelle dieci coltellate potrebbero costare a La Rue danni permanenti alla gamba, come emerge dall'ultima visita medica effettuata lo scorso 7 ottobre. Perciò il gip Guido Salvini ha disposto per lui il ritorno ai domiciliari per seguire una «attività di recupero, che comporta essere seguito da centri specializzati». Inoltre, il giudice ha sottolineato che «le esigenze relative alle condizioni e al diritto alla salute dell’indagato, tenuto conto anche della sua giovane età, debbano prevalere».
I genitori del giovane si sono detti pronti ad accompagnare il figlio alle visite necessarie, impegnandosi a vigilarne la condotta. Si tratta del secondo passaggio dal carcere ai domiciliari per Simba La Rue. La prima volta l'8 settembre, dopo l'arresto di fine luglio in seguito a una sparatoria a Milano. In quell'occasione era stato collocato nella comunità di Kayros di Vimodrone, dove però avrebbe commesso alcune violazioni. Perciò il ricollocamento è stato escluso dal gip, a favore dell'abitazione dei genitori.