L’inflazione galoppa a Bergamo: aumento del 7% rispetto a settembre dell’anno scorso
Diminuiscono trasporti e carburanti, aumentano generi alimentari, bollette e costi per l’istruzione
A Bergamo l’inflazione galoppa: la variazione tendenziale dei prezzi (ovvero l’inflazione su base annua, confrontando i dati con quelli dello stesso mese di un anno fa) si attesta infatti intorno al 7 per cento, mentre ad agosto era del +6,9 per cento. A fornire i dati è stato ieri (lunedì 17 ottobre) Palazzo Frizzoni, con un report che presentava i vari settori di spesa. Tra l’altro, va segnalata comunque una decrescita nella variazione congiunturale (dal confronto cioè con i prezzi del mese precedente) pari al -0,1 per cento: questo significa in pratica che a settembre il costo dei prodotti è sceso leggermente rispetto ad agosto 2022, una timida frenata che non toglie il fatto che sono maggiori rispetto all’agosto 2021.
La variazione in negativo più importante è quella del settore ‘Trasporti’, che registra un -2,7 per cento causato dal significativo calo del ‘Trasporto aereo passeggeri’ e dal ‘Trasporto marittimo e per vie d'acqua interne’. Diminuiscono dell’1,7 per cento anche i ‘Carburanti e lubrificanti per mezzi di trasporto privati’ e del -1,6 per cento nel settore ‘Ricreazione, spettacoli e cultura’, con calo dei ‘Pacchetti vacanza’ del -10,7 per cento e dei ‘Servizi ricreativi e sportivi’ del -7,4 per cento.
Ad aumentare, invece, sono stati il settore ‘Servizi ricettivi e ristorazione’, con un +1,5 per cento, ed ‘Istruzione’ con un +1 per cento. I costi legati ad ‘Abitazione, acqua, energia, gas e combustibili’ sono cresciuti del +0,9 per cento, con incrementi singoli rispettivamente dello +0,6 per cento per l’energia elettrica, del +2,1 per cento per il gas e del +2,4 per cento per i combustibili solidi, mentre il gasolio per il riscaldamento scende del -0,4 per cento.
Una crescita più moderata si nota per ‘Prodotti alimentari e bevande analcoliche’, con un +0,3 per cento: nello specifico latte, formaggi e uova sono aumentati del +1,5 per cento rispetto al mese precedente, i vegetali del +1,8 per cento, lo zucchero insieme a confetture, miele e dolci vari del +2,2 per cento, caffè, tè e cacao del +0,9 per cento mentre la frutta è diminuita del -2,2 per cento. ‘Bevande alcoliche e tabacchi’ sono aumentati con un +0,1 per cento, ‘Abbigliamento e calzature’ con +0,2 per cento, ‘Mobili, articoli e servizi per la casa’ con +0,4 per cento, ‘Comunicazioni’ con +0,9 per cento e ‘Altri beni e servizi’ con +0,5 per cento. Per ‘Servizi sanitari e salute’, l’indice rimane invariato, con +0,7 per cento per i servizi medici e -0,4 per cento per i servizi ospedalieri.
Per finire, sembra che sia tornata di moda tra i produttori di generi alimentari e bevande la cosiddetta «sgrammatura»: già attuata dopo la crisi del 2009 nel nostro Paese, segnalata in questo periodo da Adiconsum e Federconsumatori Bergamo, in pratica consiste nel mantenere uguale il prezzo dei prodotti che si vendono, ma restringendo le confezioni. Ciò vuol dire che a volte i consumatori non se ne accorgono, ma di fatto pagano di più certi prodotti.