L’Hospice di Piazza Brembana dedicato al dottor Gianluigi Rho: un esempio di solidarietà
Venerdì 11 novembre la cerimonia di intitolazione del reparto della Fondazione Don Palla cui si dedicò per tanti anni. Con la moglie Mirella Capra aprì un ospedale in Uganda, fu medico e sindaco in Alta Valle
di Giambattista Gherardi
Un uomo che ha fatto della solidarietà una ragione di vita, nelle remote regioni del nordest dell’Uganda e nei paesi dell’Alta Val Brembana, sino a dedicarsi alla Fondazione don Stefano Palla che ora gli dedica ufficialmente l’Hospice. Venerdì 11 novembre alle 16 è in programma a Piazza Brembana la cerimonia di intitolazione ufficiale al dottor Gianluigi Rho dell’Hospice Don Palla, operativo dal novembre 2012. Una scelta condivisa a livello vallare, che mette in dovuta evidenza una figura che tanto ha dato alla gente, unendo alla competenza medica una solidarietà letteralmente “senza confini”.
La storia di Gianluigi Rho è legata a doppio a filo a quella della moglie Mirella Capra, pure medico. Nella Milano dei primi anni ’70 i due giovani laureati, lui ginecologo e lei pediatra, decidono di sposarsi e scelgono di compilare una lista nozze del tutto particolare, utile a raccogliere fondi per aprire un piccolo ospedale con reparto maternità nella zona di Matany in Uganda, dove opera l’organizzazione Medici con l’Africa Cuamm di cui Gigi e Mirella erano volontari.
In quella lista nozze c’erano 22 letti per adulti, 9 lettini per bambini, culle per neonati, lenzuola, elettrocardiografo, microscopio, lettino operatorio, lampada operatoria, attrezzi per la chirurgia. Un “folle” gesto d’amore, ma anche l’inizio di una felice avventura che portò i coniugi Rho ad operare in Uganda dal 1970 al 1976 e successivamente dal 1982 al 1984. In Africa sono nati i tre figli (Lucia, Stefano e Marco). Dopo il definitivo ritorno in Italia, Gianluigi Rho diventa per scelta medico di base in Alta Valle Brembana, nei piccoli centri di Cusio, Santa Brigida e Averara, con Mirella che lavora in Valle come pediatra. Gianluigi è stato, nei primi anni ’90, anche sindaco di Piazza Brembana. A testimoniare l’impegno di due coniugi speciali resta tuttora in Uganda l’ospedale di Matany, con circa 300 posti letto, decine di medici e infermieri specializzati, oltre 39.000 visite e ben 1500 nuovi nati ogni anno.
Una storia di solidarietà raccontata da Mario Calabresi nel libro “Non temete per noi, la nostra vita sarà meravigliosa” che riprende nel titolo la frase di Mirella Capra in una lettera dall’Africa del 1970. Calabresi (giornalista, figlio del commissario Luigi Calabresi ucciso da un commando di Lotta Continua nel 1972) è anche nipote di Gigi e Mirella. Quest’ultima è infatti sorella di Gemma, vedova del commissario e mamma di Mario Calabresi. Già direttore del quotidiano La Repubblica, Calabresi sarà presente venerdì a Piazza Brembana per ricordare lo zio Gianluigi, insieme ad altri familiari. La cerimonia sarà aperta dagli interventi del presidente della Fondazione Don Stefano Palla, Michele Iagulli, e del direttore sanitario dott. Walter Vanini.
“Il dottor Gianluigi Rho, primo direttore sanitario della Fondazione - sottolinea Iagulli - è stato pioniere delle cure palliative in Valle Brembana, tanto che già nel 1987 si era interessato alle stesse, mentre successivamente, nei primi anni 2000, ha ottenuto la specializzazione attraverso uno dei primi Master organizzati in Italia dall’Università dell’Insubria di Varese. In tale contesto Gigi Rho ha sempre coltivato il sogno di integrare tali cure all’interno del Don Palla, per permettere l’assistenza in quei casi non più assistibili al domicilio, affiancando e sostenendo moralmente il presidente Pietro Busi nella difficile trafila per ottenere le autorizzazioni all’apertura del reparto Hospice”.
L’Hospice (Centro Socio Sanitario di Cure Palliative) della Fondazione Don Stefano Palla Onlus di Piazza Brembana costituisce il primo esempio di Struttura di ricovero realizzata in Valle Brembana specificatamente dedicata ai malati che necessitano di cure palliative. Una struttura residenziale che ospita persone con malattia in fase avanzata e/o terminale, non assistibili al domicilio o in altre Strutture sociosanitarie. L’obiettivo principale è di accompagnare la persona e la sua famiglia nella fase terminale della vita, nel pieno rispetto della sua dignità, mediante il controllo del dolore e del disagio fisico e psichico. Il dottor Gianluigi Rho se ne è andato nel 2012 e a ricordarlo ci sarà per sempre una targa all’Hospice Don Palla, che venerdì sarà benedetta. Ed una vera e propria benedizione, per la Val Brembana e il mondo, sono stati la presenza e l’esempio di quel medico innamorato ad ogni latitudine di Mirella e della gente.