In mezzo al "terremoto Juventus", il Governo aiuta la Serie A con la dilazione dei debiti
Nel decreto "Aiuti Quater" è spuntato un doppio emendamento a favore delle squadre di calcio. Novità anche per i diritti tv
di Fabio Gennari
Mentre continuano a tenere banco le questioni legate ai bilanci della Juventus e si continua a parlare molto anche delle altre squadre la cui posizione potrebbe cambiare, dal Governo starebbe per arrivare una fondamentale boccata d'ossigeno per tutte le società del calcio italiano. In particolare, il tema riguarda la Serie A e un insieme di tasse da pagare entro il prossimo 22 dicembre il cui totale ammonterebbe a circa 380 milioni di euro.
Grazie a un emendamento del Governo ancora da formalizzare, con il presidente della Lazio Claudio Lotito che, si dice, si sarebbe molto impegnato su questo fronte, le società avranno la possibilità di rateizzare tutto con un massimo di sessanta rate mensili. Tutte uguali, a tasso zero.
Solo pochi giorni fa, il ministro Abodi aveva respinto questa opzione, ma secondo Calcio e Finanza e altri portali è stata comunque portata avanti una linea bipartisan che ha prodotto una doppia decisione: si pagano le prime tre rate di quanto dovuto entro il 22 dicembre e poi il resto si può pagare in cinque anni senza interessi.
La seconda decisione riguarda i diritti tv, con accordi che passeranno dagli attuali tre anni a cinque anni. Possibile una discussione con gli attuali licenziatari per una partita in cui la Lega starebbe ancora pensando di scendere in campo attraverso un proprio canale.
Secondo il Fatto Quotidiano dello scorso 1 dicembre, la situazione debitoria delle squadre di A è grave. Ai primi sette posti della classifica di chi deve pagare di più ci sarebbero Inter (50 milioni di Irpef e altri contributi non saldati nel 2022), Lazio (40 milioni), Roma (38), Juventus (30), Napoli (25), Fiorentina (15) e Milan (10). Non citata l'Atalanta, mentre Lazio, Torino, Verona e Sampdoria non avrebbero ancora versato un euro di tasse nel 2022. Considerando anche B e C, si parla di oltre mezzo miliardo di euro di tasse che, a parte alcune società che hanno già fatto sapere che pagheranno regolarmente, saranno spalmate (se tutto viene confermato) in sessanta comode rate mensili.