Il racconto sui social

Bimbi ustionati all'asilo di Osio Sopra: «Ale non va ancora a scuola... Non è pronto»

Sabrina Ciulla, madre del piccolo gravemente ferito, ha aperto una pagina Instagram per raccontare la dolorosa storia dell’incidente

Bimbi ustionati all'asilo di Osio Sopra: «Ale non va ancora a scuola... Non è pronto»
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di Marta Belotti (in apertura, i fratellini di Ale davanti al suo letto di ospedale)

Si chiama AleSupereroe - @diariodiunamamma, è una pagina Instagram comparsa da qualche settimana sul social, ma soprattutto è una pagina forte e con un obiettivo chiaro: raccontare a tutti la storia di Alessandro, uno dei bambini rimasti più gravemente feriti nell’incidente avvenuto ormai più di sei mesi fa alla scuola dell’infanzia San Zeno di Osio Sopra.

La mamma di Ale, Sabrina Ciulla, spiega: «Ho aperto questa pagina su Instagram perché vorrei ci fosse più responsabilità e conoscenza rispetto ai danni che le ustioni di questo tipo possono causare. E perché si capisca che Alessandro non è guarito e la nostra vita non è più la stessa e chissà se mai lo sarà. Devo ancora capire se le persone che mi seguono lo fanno per solidarietà, per capire o per mera curiosità. Io e Angela (mamma di Elisa, altra bambina rimasta coinvolta nell’incidente e ancora in ospedale, ndr) abbiamo alcuni progetti, ma ogni cosa a suo tempo».

 

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«Inoltre, mi son iscritta a una onlus che aiuta i bambini ustionati d’Italia - aggiunge Ciulla -, un supporto importante e chissà se un giorno anche noi veicoleremo tutta questa sofferenza verso un progetto di aiuto e sostegno. Un ustionato grave vive un trauma vero e proprio, l’ustione è una patologia. Necessita di cure lunghe sia da lato fisico sia da quello psicologico. Il percorso di Alessandro è ancora lungo, forse all’inizio. Dovrà affrontare ancora una serie di terapie».

Alessandro è a casa, ma deve andare al Niguarda spesso per le visite di controllo e per il cambio guaine. Per Sabrina Ciulla, spiegare come sta suo figlio è doloroso: «Come sta Ale? Cerchiamo di vivere una vita apparentemente “normale”, anche se non va ancora a scuola, perché non è pronto né dal lato fisico, né da quello psicologico. Naturalmente, quando sarà il momento, frequenterà un altro asilo. È molto fragile, le sue cicatrici sono delicatissime, per cui di certo non può vivere come un normale bimbo di quattro anni e lui stesso vive dentro di sé la paura di essere anche solo sfiorato. Sta seguendo un programma di fisioterapia, porta le guaine elastocompressive a gambe e mani h24». (...)

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