Sinisa Mihajlovic e quell'ultimo tentativo di curarsi a Bergamo con una tecnica innovativa
L'ex calciatore si era affidato al dottor Alessandro Rambaldi, direttore del dipartimento di Ematologia-Oncologia del Papa Giovanni
Alle 11 di oggi, lunedì 19 dicembre, familiari, amici e tifosi hanno salutato per l'ultima volta Sinisa Mihajlovic, spirato a Roma lo scorso venerdì dopo una malattia lunga tre anni. Fin dal primo momento, l'ex calciatore e allenatore non aveva fatto segreto della sua condizione di salute, condividendo pubblicamente di essersi ammalato di leucemia acuta mieloide.
Nella sua lotto contro la malattia, Mihajlovic aveva tentato diverse cure. E l'ultimo tentativo era stato fatto proprio a Bergamo.
L'ultimo tentativo a Bergamo
Come si legge in una nota stampa diffusa dall'ospedale Papa Giovanni XXIII, a Mihajlovic era stata segnalata una nuova tecnica praticata dal direttore del dipartimento di Ematologia-Oncologia della struttura bergamasca, Alessandro Rambaldi, nell'ambito di uno studio internazionale di immunoterapia a cui collaborano diversi enti scientifici e sanitari.
Qualche mese fa, il 53enne Mihajlovic si era rivolto al primario, che lo ha seguito «nella fase finale della sua malattia per un protocollo sperimentale». Tuttavia, la malattia dell'ex calciatore si trovava purtroppo in uno stadio già avanzato: «Ha vissuto con grandissimo coraggio e dignità la sua malattia», fanno sapere dall'ospedale cittadino.
Quelle settimane nella nostra città
Il nome di Rambaldi è stato anche inserito nell'elenco dei medici che la famiglia ha ringraziato. Al suo fianco, la moglie di Mihajlovic Arianna Rapaccioni, che da ottobre ha pubblicato sui propri social diversi scatti che la ritraggono proprio a Bergamo.
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Tanti i tifosi, i calciatori, gli allenatori e anche figure istituzionali che hanno salutato l'allenatore serbo alla camera ardente allestita in Campidoglio. Questa mattina, alle 11, l'ultimo addio nella basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri.