Fino al 24

"La montagna vista da Ignazio Nicoli": a Leffe la mostra del pittore caro alla Val Gandino

L'esposizione è allestita nella sede Cai di Piazza Unità d'Italia: un'occasione per ricordare con affetto e ammirare le opere dell'artista

"La montagna vista da Ignazio Nicoli": a Leffe la mostra del pittore caro alla Val Gandino
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Un'occasione per ricordare con affetto e ammirare le opere di un artista strettamente legato alla Val Gandino, che tanto lo ha amato: la comunità di Leffe, grazie alla sottosezione Walter Bertocchi del Cai e al patrocinio del Comune, ha dedicato una mostra al pittore Ignazio Nicoli, scomparso proprio in paese nel 1989. L'esposizione, dal titolo "La montagna vista da Ignazio Nicoli" sarò aperta fino al 24 dicembre: il fine è quello di indagare lo stretto legame dell'artista con il paesaggio e la natura, a volte severa.

La mostra è stata allestita nella sede Cai di Piazza Unità d'Italia: è aperta nei giorni feriali dalle 9 alle 11:30, mentre il sabato e la domenica dalle 9 alle 18.

Ignazio Nicoli
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Ignazio Nicoli
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Ignazio Nicoli: galeotta fu la Val Gandino

Nato a Costa Volpino il 21 ottobre del 1921, la famiglia di Nicoli si trasferì presto a Clusone, dove rimase per quattordici anni. Pur essendo soltanto uno studente, in quel periodo frequentò corsi serali di disegno. Nel 1935 si trasferì a Bergamo e frequentò, insieme a diversi noti artigiani decoratori, i corsi serali tenuti dal maestro Domenighini presso la scuola Fantoni. Finita la guerra, dal 1946 al 1949 si dedicò ad altri corsi, questa volta all'Accademia delle Belle Arti di Carrara sotto la guida del pittore e maestro Achille Funi, ottenendo nel 1949 la menzione onorevole del premio Collegio Costruttori Edili.

Per diversi anni lavorò con il pittore Umberto Marigliani, apprendendo le tecniche dell'affresco secondo i moduli del Seicento e del Settecento. Leffe ebbe un ruolo importantissimo nella sua storia: è nella chiesa parrocchiale del Comune che, durante uno dei suoi lavori, Nicoli conobbe Cecilia Pezzotta che sposò nel 1950. Dopo la nascita dei figli Enrico e Massimo, nel 1952 e nel 1955, la sua attività si ridusse notevolmente pur senza mai cessare del tutto. Nel 1965, infatti, iniziò ad esporre le proprie opere, alternando mostre personali a collettive.

Partecipò anche a diversi concorsi di carattere nazionale, ottenendo numerosi riconoscimenti. Dal 1970 al 1976 fu l'animatore della Scuola di Disegno di Gandino, sempre pronto ad accogliere e insegnare quanti desiderassero apprendere le sue tecniche di pittura. Aperto alla sperimentazione, nel 1983 frequentò anche un corso di grafica alla Scuola Internazionale di Venezia. Una carriera florida, che gli fruttò importanti partecipazioni negli anni Settanta in a Montreal (in Canada) e in Giappone, oltre al Premio Internazionale di Pittura Campione d'Italia e una mostra personale permanente ad Albese con Cassano, in provincia di Como.

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