Spot della Capitale della Cultura, web spietato: più che «esci dalla bolla», tìres a bòla
Il video di lancio del grande evento del 2023 affondato senza appello dai bergamaschi. La storia e i personaggi non convincono
di Mario Gavazzeni
Ce ne vuole per mettere insieme due città che per tradizione sono separate da faide medievali e recenti rivalità sportive, accentuate dalla vicinanza. L’apparente miracolo sembra riuscito nella campagna di comunicazione ideata per raccontare Bergamo e Brescia, accomunate dal titolo di Capitale italiana della cultura 2023.
Basato sul claim “Esci dalla bolla”, in inglese Pop the Bubble, lo spot invita a “scoprire le tradizioni millenarie ma anche le realtà innovative, i paesaggi naturali maestosi e i monumenti storici, l’enogastronomia e la mondanità che convivono nei borghi lombardi”.
Ci sono tutte le premesse per gustarsi una carrellata di meraviglie che sappiamo bene essere patrimonio delle due città. La linea narrativa scelta è però insolita, ironica, lontana dai luoghi comuni turistici.
Per farla breve Robi, un ragazzo dall’apparente età di quarant’anni, è vessato dalla madre che impone il proprio parere su tutte le scelte, dal cibo alle vacanze. Quando il figlio, in un timido tentativo di ribellione, cerca informazioni su Bergamo e Brescia, l’implacabile e bigodinata genitrice gli suggerisce il trend del momento, Isla Perdida. È lo speaker a salvare il pargolo dalle imposizioni materne, invitandolo a uscire dalla bolla delle solite scelte, per scoprire i sorprendenti tesori delle due città lombarde.
Il tentativo riesce fino a un certo punto, perché Robi (...)