Il nodo

Accoglienza di minori stranieri, il Comune manda una lettera-diffida alle istituzioni

Le spese per ospitare i giovani sarebbero a carico del Governo centrale, ma molto spesso non ci sono le strutture e deve provvedere Palazzo Frizzoni

Accoglienza di minori stranieri, il Comune manda una lettera-diffida alle istituzioni
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Il Comune di Bergamo ha inviato una lettera di diffida al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, al Dipartimento per l’Immigrazione del Viminale ed alla Prefettura: al centro del testo, la situazione non più sostenibile dell’accoglienza dei minori stranieri.

La vicenda è riportata dal Corriere Bergamo: la principale richiesta, da parte di Palazzo Frizzoni, è quella di riavere indietro i soldi spesi a causa delle inadempienze del Governo centrale, oltre che una maggiore responsabilità nell’aiutare questi soggetti. Secondo un decreto legislativo del 2015, infatti, l’accoglienza dei minori non accompagnati dovrebbe essere gestita dallo Stato tramite il sistema Sprar, oggi rinominato Sai, nel quale vengono accolti in strutture individuate dal Ministero dell’Interno. Solo nei casi eccezionali, in cui non si riescono ad individuare luoghi opportuni per ospitarli, tocca all’Amministrazione locale provvedere, sebbene le spese debbano comunque essere risarcite dal Governo.

Invece, a quanto pare, accade esattamente l’opposto: quest’anno, ad esempio, a fronte di 30 posti Sai a Bergamo, sono arrivate 317 persone ed il Comune ha attualmente a carico 239 giovani. Modalità emergenziali verificatesi anche gli scorsi anni, a partire almeno dal 2016, fino ad oggi con un accumulo del debito statale nei confronti della Giunta pari a 4 milioni e 657 mila euro.

I motivi del collasso del sistema, a parere del sindaco Giorgio Gori, sono due: il primo è che il Sai è sottofinanziato, il secondo è che la diaria prefettizia per ogni minore è di 60 euro al giorno, mentre la spesa media per una realtà del terzo settore è pari a 97 euro. Di conseguenza, come successo a Bergamo, i bandi vanno deserti. Se da Roma non si interviene il rischio, per il primo cittadino, è che l’accoglienza non sia più sostenibile e ci siano gravi danni al bilancio delle realtà locali: palazzo Frizzoni, infatti, ha speso solo quest’anno 1,8 milioni di euro, con un incremento notevole rispetto al 2020 (253 mila euro) ed il 2019 (257 mila euro).

A mandare in crisi la macchina è anche l’arrivo esponenziale negli ultimi tempi di minorenni egiziani, che compaiono in città con l’indirizzo della questura scritto su un foglio e paiono istruiti da qualcuno rispetto ai loro diritti, sebbene non ci siano prove concrete di una tratta. La Giunta ha dato un mese di tempo alle istituzioni per provvedere, dopodiché passerà alle vie legali.

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