Onorino e Liliana: da 35 anni con gli ultimi, nel ricordo di Madre Teresa di Calcutta
Il grande cuore di due coniugi di Peia: aprirono una onlus all'indomani della morte della figlia in un tragico incidente. Solidarietà infinita nel segno della suora santa, con cui lavorarono fianco a fianco
di Giambattista Gherardi
Una vita dedicata agli altri, attraverso un’associazione che in ogni angolo del mondo offre aiuto concreto a chi più ne ha bisogno. Quella di Onorino e Liliana Bertocchi di Peia è una “storia di Natale” tutta da raccontare, in coincidenza del traguardo di ben 35 anni di attività raggiunto dalla “Associazione aiutiamo i fratelli poveri e lebbrosi onlus” che ha sede a Gandino.
La loro storia è quella di tante famiglie della Val Gandino: il matrimonio nel 1971, un piccolo negozio a Peia, la gioia della nascita di una figlia. Nel 1976, nel giorno di Pasquetta, un terribile incidente ad Endine, lungo la provinciale della Val Cavallina, sconvolge la serenità della famiglia. Muoiono Giovanni, padre di Onorino, e la piccola figlia Moira, che allora aveva appena due anni.
Un dolore lacerante che nel tempo Onorino e Liliana hanno saputo trasformare in amore sconfinato, dedicandosi dal 1987 a “poveri e lebbrosi” e fondando la onlus di cui sopra. E’ stata, allora e ancor oggi, una scelta di vita: abbandonata l’attività commerciale e completata l’esperienza di Liliana presso la Casa di Riposo a Gandino, i due coniugi si sono dedicati ai “più poveri fra i poveri”, raggiungendo ogni anno (più di 30 i viaggi compiuti, soprattutto in India) i luoghi più disagiati e dimenticati del sud est asiatico, stabilendo contatti con singoli padri missionari o congregazioni locali, come quella delle Missionarie della Carità in India, dove Onorino e Liliana hanno incontrato e conosciuto Madre Teresa di Calcutta.
“Sono passati 35 anni - scrivono nei tradizionali auguri - da quando abbiamo iniziato questa avventura di solidarietà, vivendo la miseria dell'India, con i suoi milioni di lebbrosi, i "paria", o fuori casta, che non sono nulla, e tanti tanti bambini. Nel tempo abbiamo aiutato altri paesi in povertà come Bangladesh, Filippine, Nepal, Africa, Brasile e Haiti. Qui si sta compiendo una grande tragedia: dopo i terremoti la situazione è precipitata portando il paese alla miseria, nell'indifferenza generale. Oltre al Covid che ha colpito ancora più pesantemente le nazioni povere, ci sono malattie quali Tbc, lebbra, colera, Hiv, malaria, malattie tropicali e molta denutrizione. Per non parlare delle guerre in tante parti del mondo, una guerra inimmaginabile e terribile in Europa. La nostra associazione si racchiude in mani piene di speranza, di dono per i veri bisognosi, in una fraterna condivisione”.
A parole tutto appare lapalissiano e conseguente, ma dietro c’è un impegno quotidiano e incessante, chiedendo con garbo una mano a chiunque e donando agli altri, con generosità infinita tutta la propria vita. Quello di Onorino e Liliana è un esempio che da trentacinque anni illumina le comunità della Val Gandino ed apre il cuore alla solidarietà. “L’obbiettivo - aggiungono - è abbracciare il mondo dei dimenticati, con assistenza sanitaria, alimenti, casette, scuola per i bambini, adozioni a distanza, per renderli un domani protagonisti di una storia migliore. Abbiamo incontrato tante volte Madre Teresa nell'inferno di Calcutta, assieme alle Missionarie della Carità abbiamo realizzato molte opere umanitarie: resta un esempio luminoso, umile e concreto”.
L’associazione negli anni ha costruito case da destinare ai poveri in India, partecipato alla costruzione del Villaggio della Pace ad Haiti, realizzato pozzi in Camerun, infermerie in Amazzonia, scuole per gli Indios del Brasile, “tende” familiari in Mongolia, acquistato attrezzature sanitarie per un ospedale in Eritrea, fornito kit per la prevenzione del virus Ebola in Africa, distribuito pacchi alimentari, sostenuto spese mediche per interventi chirurgici a favore di piccoli malati. Un elenco infinito che vale molto più delle liste dei regali fotocopia, un vero e proprio auspicio per un futuro migliore.
“Nessuno può sapere cosa succederà domani - aggiungono i coniugi di Peia – e come gli avvenimenti potranno cambiare la faccia della Terra, ma dobbiamo sempre conservare in cuore un’immensa fiducia nel futuro, pensando che il bene non è mai banale, le sue conseguenze anche se non si notano, o si vedono meno degli effetti clamorosi del male, durano a lungo. Continuiamo dunque a spargere semi di bene e di solidarietà, contagiando le persone accanto a noi, perchè facciano altrettanto: nasceranno opere stupende”. Con gli occhi ed il cuore di Onorino e Liliana sarà davvero un Buon Natale. E’ possibile contribuire alle attività della Associazione Aiutiamo i fratelli poveri e lebbrosi onlus” attraverso il conto corrente postale 46496949 oppure con bonifico al recapito IBAN IT90F0306909606100000129352