Se n’è andato Leonida Pozzi, protagonista assoluto nell’Aido per 40 anni
Aveva 86 anni. È stato anche sindaco di Ponte San Pietro
Il 31 dicembre, nella sua camera della Casa di Riposo di Ponte San Pietro, si è spento Leonida Pozzi, ex sindaco del paese e per 40 anni anima dell’Aido. Aveva 86 anni.
«Pozzi è stato per me – afferma la presidente nazionale dell’Aido Flavia Petrin – una guida associativa e un padre, al quale ricorrevo nei momenti più difficili trovando sempre accoglienza e sostegno. Pozzi è stato e rimarrà per sempre una colonna irrinunciabile dell’Aido. Lo è stato nel passato, a fianco del fondatore Giorgio Brumat; lo è stato quale dinamico e illuminato presidente della sezione provinciale più numerosa e feconda d’Italia, la sezione di Bergamo; lo è stato da presidente regionale, facendo della Lombardia la locomotiva solidale d’Italia facendone una struttura all’avanguardia che sfiora ormai i 400mila soci.
Pozzi sarà fondamentale anche nel futuro perché rappresenta un esempio per i dirigenti attuali e quelli futuri. La sua dedizione, fruttuosa e sempre capace di interpretare il percorso da prendere, è leggendaria. Instancabile, vigoroso ma saggio ed equilibrato, ha partecipato nei ruoli più delicati e decisivi al governo dell’associazione. Fino a poco fa.
Fino all’ultimo impegno gravoso eppure entusiasmante: presidente dell’assemblea elettiva che si svolse da remoto, con base operativa a Bergamo, nel 2020 e che, condotta con esito straordinariamente positivo – conclude la presidente Petrin -, contribuì alla formazione dell’attuale classe dirigente nazionale dell’Associazione Italiana per la Donazione di Organi, Tessuti e Cellule».
Dopo tanti anni alla guida dell’Aido, Pozzi aveva vissuto sulla sua pelle, ormai oltre vent’anni fa, l’esperienza del trapianto di fegato e insule pancreatiche, a Milano, per opera del prof. Mazzaferro.
Riproponiamo qui di seguito un breve stralcio di una bella intervista pubblicata qualche tempo fa dal periodico dell’Aido Lombardia, “Prevenzione Oggi”, ricordando che Pozzi ha vissuto in una sola tante altre vite.
«Da ruvido e concreto bergamasco, oltre che per Aido e per i trapiantati si è speso per tutti, anche per i suoi 12mila concittadini di Ponte San Pietro, mettendo in sicurezza le scuole e fornendo servizi di carattere sociale e sanitario che prima non c’erano, ma spesso l’ha fatto in silenzio annotando su un piccolo notes i bisogni che i cittadini (spesso le cittadine più anziane) gli segnalavano per strada quando lo avvicinavano. Poche parole e tanti fatti, che nascondevano tuttavia un segreto.
Un segreto che gli oltre due decenni dal trapianto sono l’occasione per esprimere pubblicamente: “Se ho potuto fare tutto quel che ho fatto lo devo a mia moglie Lina”. È a lei che sono dedicate le parole più belle, quelle che aveva già pronunciato in occasione della fine del suo mandato da presidente regionale nel 2016:
“All’Aido ho dato tanto, ma dall’Aido ho avuto moltissimo. Se devo ringraziare qualcuno, e sono tanti, la prima è tuttavia mia moglie, donna insuperabile nella capacità di farsi stampella per me nei momenti difficili e sprone nei contrasti, per poi farsi silenziosamente da parte quando vedeva che potevo veleggiare nel mare ormai tranquillo della vita associativa, mentre lei tornava alla cura delle figlie. Un esempio di moglie, di madre e di cittadina che ha sempre servito senza mai chiedere nulla per sé».