Space economy

Bergamasca territorio fertile per l'economia spaziale, ma manca un vero distretto

Sono diverse le realtà della nostra provincia che collaborano a livello nazionale e internazionale nel settore aerospaziale

Bergamasca territorio fertile per l'economia spaziale, ma manca un vero distretto
Pubblicato:
Aggiornato:

La Bergamasca brilla tra le stelle dell'universo grazie alla professionalità e competenza delle sue realtà. Sono diversi, infatti, i progetti spaziali che coinvolgono aziende e imprese della provincia di Bergamo, tra fornitori regolari di alcuni tra i più importanti soggetti dell'economia spaziale (Esa e Nasa principalmente) e partnership. Ne ha scritto oggi (6 gennaio) L'Eco di Bergamo.

Ad esempio la Sgl Carbon di Verdello, l'Officina Meccanica Capitanio di Valbrembo e Inoxriva di Villa d'Adda hanno contribuito attivamente nella realizzazione di Gemini, il primo razzo civile alimentato da motore ibrido a protossido di azoto in lizza per EuRoC, la competizione universitaria dedicata al settore tecnologico dei razzi civili. Lo scorso anno a vincere fu Pyxis, progettato dagli studenti del Politecnico di Milano e con il contributo di altre quattro realtà bergamasche (la PersicoMarine di Nembro, l'Officina Cannarozzi di Osio Sotto, la Gfm di Nembro e la Milani Mec di Fara Olivana).

Altre aziende bergamasche sono comunque impegnate in diversi settori dell'economia spaziale. La Petroceramics, con sede al Kilometro Rosso, contribuirà alla realizzazione di Space Rider - la navetta spaziale dell'Esa che porterà gli astronauti da e per la stazione spaziale europea - con trentasei componenti in composito ceramico brevettato dalla stessa azienda che andranno a comporne l'esoscheletro dello scudo termico.

Poi c'è la Mars Planet Technologies, con sede a Curno, occupata nello sviluppo di tecnologie per l'esplorazione del pianeta rosso. E ancora: RadiciGroup di Carvico ha contribuito nella realizzazione di una tuta spaziale per resistere all'atmosfera marziana, le antenne e i radar della Cospal di Ambivere utilizzati, tra le altre cose, anche per realizzare otto degli undici radiotelescopi che hanno fotografato il famosissimo buco nero, nonché per ricevere i segnali del James Webb, il telescopio ottico recentemente lanciato in orbita che ci ha saputo regalare scatti dell'universo mozzafiato.

"Valseriana Space Valley": il potenziale della filiera

«La Bergamasca - ha spiegato il project manager di Gemini Davide Rosato (di Rovetta), intervistato da L'Eco di Bergamo - attraverso il suo tessuto di Pmi altamente specializzate e flessibili sembra riuscire a fornire quel bacino di competenze necessarie all'evoluzione dell'industria aerospaziale italiana e non solo, anche se manca ancora la definizione di un vero e proprio distretto perché la filiera potenziale non è strutturata e le stesse aziende non si sentono ancora parte di un settore definito».

In quest'ottica, la Mars Planet Technologies di Curno ha sviluppato un programma volto a sensibilizzare le Pmi della Bergamasca, con incontri e seminari. L'obiettivo è mostrare alle aziende il potenziale enorme della space economy, in grado di tramutarsi in un importante trampolino di lancio per diverse realtà territoriali, ad esempio in Valle Seriana. Tanto che, in collaborazione con Radici InNova, si è già pensato a un progetto in chiave "Valseriana Space Valley" con l'intento di concretizzare un'intera filiera rivolta proprio all'industria aerospaziale, includendo al suo interno anche quelle aziende che ora ancora non sono consapevoli della grande portata che caratterizza il settore.

Seguici sui nostri canali