Contratti di 24 ore e chiusura notturna: la soluzione di Ats per far funzionare la guardia medica
Contratti più vincolanti e sedi chiuse di notte per far ripartire la continuità assistenziale. Ma non tutti i medici sono d'accordo
Mancano i medici nelle sedi di continuità assistenziale: Treviglio e Seriate costrette a chiudere, a Bergamo il servizio non sempre funziona. Per questo motivo Ats Bergamo sta elaborando una soluzione per risolvere il problema alla radice: far sottoscrivere ai medici contratti che garantiscano ventiquattro ore settimanali di servizio. In alternativa, potrebbe essere lanciato un nuovo bando ad aprile, che partirà comunque con i medesimi presupposti.
Al momento, come riporta Corriere Bergamo, su circa duecento medici necessari 110 hanno un contratto, mentre per 80 i turni sono a disponibilità e decidono autonomamente quando prestare servizio. Dodici le ore di servizio, che nel nuovo piano di Ats raddoppierebbero. «Impossibile per molti», hanno spiegato i medici al quotidiano, sottolineando come la gran parte di loro siano specializzandi o nella formazione come medici di base che devono quindi obbligatoriamente seguire tirocini in presenza.
«Noi capiamo le difficoltà dei medici - ha replicato Roberto Moretti dell'ufficio Gestione dell'assistenza primaria dell'Ats - ma non possiamo più programmare un servizio in questi termini. Succede che magari si mettono insieme in quattro una sera e poi magari il giorno dopo non c'è nessuno. Oppure ci chiedono di garantire la presenza di altri tre medici la sera. Non possiamo mica fabbricarli». Necessario quindi, secondo Ats, un approccio diverso per evitare che le sedi restino scoperte.
Riaprire Treviglio e Seriate e chiudere di notte le sedi periferiche
L'ideale, per i medici, sarebbero quattro turni per dodici ore settimanali, anziché otto per ventiquattro. «Il contratto nazionale è di otto. Diversi stanno accettando» ha aggiunto Moretti. L'obiettivo di Ats è fare ripartire le sedi di Treviglio e Seriate a Febbraio, oltre che una nuova strategia che potrebbe comportare anche la chiusura notturna di molte sedi considerate periferiche, almeno una decina, dove le chiamate sono pochissime.
L'idea è quella di attivare una centrale telefonica notturna e spostare quindi quei medici nelle sedi più frequentate. Per le emergenze, sottolinea Moretti, «c'è sempre il 118». Chiudere le guardie mediche (come sta avvenendo in Toscana) non se ne parla: ci sono ancora troppi pazienti senza medico di base, ben 17mila.