Gandino piange Fernando Botta, una vita fra storia locale e solidarietà
Era presenza immancabile per qualsiasi attività di volontariato, con una particolare predilezione per ciò che ricordasse la storia di luoghi e persone, le tradizioni e la solidarietà
Un uomo mite, che ha tanto amato la famiglia e la propria comunità, dedicando loro affetto, tempo e competenze. La comunità di Gandino piange la scomparsa di Fernando Botta, 77 anni, spentosi nella notte di venerdì 13 gennaio presso la Fondazione Cecilia Caccia Del Negro dove era ricoverato da alcuni anni. Un lutto che si aggiunge a quelli che nelle ultime settimane hanno riguardato figure conosciute e apprezzate del paese.
Fernando Botta era nato nel 1945 e risiedeva nella frazione di Cirano. Dopo l’esperienza da emigrante in Svizzera, attivo nei quadri del Genio Civile, aveva deciso di rientrare in Val Gandino, dove ha per molti anni ha lavorato a Cazzano S. Andrea al Tappetificio Radici. Sobrio nei modi quanto deciso e caparbio nel portare avanti qualsiasi iniziativa, Fernando Botta a Cirano e a Gandino era presenza immancabile per qualsiasi attività di volontariato, con una particolare predilezione per ciò che ricordasse la storia di luoghi e persone, le tradizioni e la solidarietà.
Fernando era, per esempio, parte attiva a Cirano nella Corale parrocchiale e nella Confraternita della Ss. Trinità di Cirano; nel 1969 era stato fra i componenti del primo direttivo del neonato Gruppo Filatelico Valgandino. La filatelia era una sua antica passione, che si univa a quella per le ricerche storiche e per le attività di supporto al museo e alle pubblicazioni locali. Mai mancavano i suoi suggerimenti per il mensile locale “La Val Gandino”, spesso prodighi di rare immagini d’epoca o cartoline.
Una particolare circostanza legava Fernando e la sua famiglia alla parrocchiale di San Giacomo a Cirano. All’indomani del tragico crollo del campanile sulla chiesa nel 1968, Fernando ebbe modo di apprendere, tramite conoscenze lavorative, che nello stesso anno a Torino era stata demolita la Cappella delle Suore dell’Adorazione Perpetua del Sacro Cuore e che giacevano inutilizzate alcune tele rappresentanti gli Arcangeli realizzate dall’artista Paolo Gaidano, vissuto fra il 1861 ed il 1916.
Ne ottenne il rilascio e seguì il restauro, donandole a nome del padre alla Parrocchia. Queste tele di grandi dimensioni caratterizzano tuttora il presbiterio della parrocchiale di Cirano. Nel 2014 nella frazione gandinese allestì anche una mostra fotografica, con immagini di luoghi e vita vissuta, che restano come perenne, preziosa testimonianza. Costante e generosa la sua attenzione per chi si trovava nel bisogno. Sosteneva direttamente, attraverso due adozioni a distanza, i progetti dell’Associazioni “Aiutiamo i Fratelli Poveri e Lebbrosi”, fondata da Onorino e Liliana Bertocchi di Peia. A questa realtà, che nel 2022 ha raggiunto i 35 anni dalla fondazione, i familiari hanno chiesto di destinare offerte in luogo dei fiori.
Fernando Botta lascia Fabiola, i figli Damiano con Erika, Cristina con Claudio, Enrico e Flaviano, gli adorati nipoti Michela, Noemi, Loris ed Erik, la sorella Valeria, colleghi e conoscenti che con lui hanno condiviso momenti intensi. La salma è composta nella cappella della Fondazione Cecilia Caccia del Negro (Casa di Riposo) a Gandino. Da qui sabato 14 gennaio partiranno i funerali, che saranno celebrati alle 15 nella Basilica di Santa Maria Assunta.