Caccia in città?

«Nessuna caccia selvaggia ai cinghiali in città, ma attività di controllo della fauna»

Il presidente di Federcaccia Lombardia, Lorenzo Bertacchi, fa chiarezza sulla modifica della legge 157 sulla caccia

«Nessuna caccia selvaggia ai cinghiali in città, ma attività di controllo della fauna»
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Si è parlato molto nelle ultime settimane dell'emendamento che modificherebbe la legge 157 della caccia consentendo - a certe condizioni - consentirebbe l'abbattimento di fauna selvatica anche in zone vietate dalla caccia. A fare chiarezza sul significato è Lorenzo Bertacchi, presidente di Federcaccia Lombardia.

«La nuova modifica normativa - ha spiegato - consentirà alla Polizia Provinciale di coinvolgere i cacciatori quale personale di supporto negli interventi di controllo della fauna selvatica e non fa altro che prendere atto della sentenza della corte costituzionale che già da due anni ha riconosciuto la piena legittimità (e anzi l'utilità pubblica) dell'utilizzo di cacciatori formati nell'attività di controllo della fauna».

«Come già previsto da trent'anni - ha aggiunto - gli interventi di controllo non costituiscono attività venatoria e possono essere effettuati anche in zone vietate alla caccia, perché vicine ai centri abitati o perché destinate a divieto di caccia. La norma non riguarda la caccia, ma la gestione della fauna. E peraltro la modifica non fa altro che prevedere per legge quanto la Corte Costituzionale ha stabilito con la sentenza n. 6 del 20 gennaio 2021».

Europa Verde: «pronto esposto a Unione Europea»

La novità non ha tuttavia fatto piacere all'Oipa, l'Organizzazione internazionale protezione animali. «Sono vent'anni che si fanno abbattimenti selettivi di cinghiali - ha spiegato il responsabile fauna selvatica dell'Oipa, Alessandro Piacenza, a Rai News - ma non è un metodo corretto perché in questo arco di tempo il numero di esemplari continua a non diminuire». Europa Verde ha anche annunciato la volontà di inviare un esposto all'Unione Europea: «Siamo convinti che l'Italia sarà messa in mora con l'avvio di una procedura d'infrazione contro il Governo italiano» aveva dichiarato il portavoce Angelo Bonelli.

«Forse il mondo animal-ambientalista ignora che gli ispettori arrivati a Genova lo scorso anno per l'emergenza peste suina africana sono inorriditi quando hanno visto scorrazzare i cinghiali per le vie pubbliche e a rovistare nei cassonetti senza che nessuno facesse alcunché» ha replicato il Presidente di Federcaccia. «Questa modifica non è un regalo al mondo venatorio, ma è una scelta fatta nell'interesse pubblico generale. I cacciatori non hanno nessun interesse a sparare tra le case. Piuttosto le reazioni degli ambientalisti e di gran parte dell'informazione dimostrano che in Italia l'ambientalismo è da salotto e ignora i problemi di equilibrio degli ecosistemi».

Bertacchi fa riferimento a diversi titoli pubblicati da alcune testate, «parlando di "caccia selvaggia" e di "far west", presentando la norma come se consentisse a chiunque avvistasse un cinghiale in città di fare fuoco in mezzo alla gente. La norma invece dispone chiaramente che le Regioni debbano approvare piani di controllo con parere dell'Ispra e che gli interventi siano coordinati dai corpi di Polizia Regionale e Provinciale: pertanto è impensabile che siano stati autorizzati o legittimati interventi autonomi da parte di chicchessia, cacciatore o meno».

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