Se n'è andato Umberto Inselvini di Mozzo, grande massaggiatore del ciclismo mondiale
Si trovava in Spagna con il suo team quando è stato colto da infarto. Nella sua carriera ha lavorato con i più grandi, da Pantani a Nibali
Se ne è andato oggi (27 gennaio), all'età di 65 anni, Umberto Inselvini di Mozzo, storico massaggiatore della Nazionale italiana di ciclismo, attualmente al servizio del team Astana Qazaqstan.
Inselvini è morto ad Altea, in Spagna, dove si trovava in ritiro proprio con l'Astana. A portarlo via è stato un infarto: stava preparando la trasferta della squadra al Saudi Tour, quando s'è fermato e ha spiegato ai colleghi di non sentirsi molto bene. Purtroppo, il malore s'è rivelato fatale e i soccorsi non hanno potuto salvarlo.
In un'intervista rilasciata al nostro settimanale - allora BergamoPost - nel 2016, raccontava come fosse stato proprio il ciclismo a fargli incontrare l'amore. E Bergamo. Inselvini, infatti, era nato e cresciuto in provincia di Brescia, ma con il team dilettantistico in cui correva, la Lema Mobili, veniva spesso ad allenarsi in Bergamasca. E durante un ritiro estivo a Castione conobbe Cristina. Per lei, poi diventata sua moglie, venne a vivere a Mozzo.
Abbandonata la carriera agonistica, divenne massaggiatore. Il suo primo grande team fu la Bianchi (nel 1987), poi nel 1995 passò alla Carrera Jeans, dove lavorò con Pantani e Chiappucci. Da quel momento fu un'ascesa continua. Dal 2013 lavorava per l'Astana.
Sul suo lettino sono passati tantissimi campioni del ciclismo, dei quali, con cordiale professionalità e talvolta amicizia, Inselvini ha ascoltato confidenze, timori, speranze. Era solito dire che il ciclismo è uno sport bellissimo, ma «se non ti piazzi nelle prime file, rimane a volte solo il sacrificio». Anche per questo lui era non solamente un massaggiatore, ma anche un amico e un padre per gli atleti più giovani.