Igor Trocchia si dimette perché i suoi giocatori fumano spinelli, poi critica la società
«Per loro non mi sarei dovuto permettere di entrare nel merito di ambiti che non fanno parte delle mie competenze»
Nessuna divergenza dal punto di vista tecnico, ma a dividere ci sono uno spinello di troppo e una società con una «presa di posizione inaccettabile». Così Igor Trocchia ha deciso di lasciare, a pochi mesi dalla presa dell'incarico, la sua posizione di allenatore dell'Asd Accademia Gera d'Adda, squadra di Prima Categoria con sede a Pontirolo Nuovo. La storia di questo allenatore che ha scelto - per la seconda volta in carriera - di affidarsi all'etica è stata raccontata da Corriere Bergamo.
Per capire la situazione è necessario fare un salto indietro nel tempo, alla vigilia di Natale. In quell'occasione, Trocchia ha scoperto alcuni giocatori della squadra fumare degli spinelli nel parcheggio del centro sportivo. Dopo averne parlato con il direttore sportivo, che aveva assicurato di essere già intervenuto prima della sua presa in carico in veste di allenatore, ha deciso di affrontare comunque i ragazzi «come un padre, un amico».
Un approccio disapprovato dalla società. «Per loro non mi sarei dovuto permettere di entrare nel merito di ambiti che non fanno parte delle mie competenze limitate, secondo loro, agli aspetti tecnici - ha spiegato al quotidiano -. Una presa di posizione per me inaccettabile. Così mi sono dimesso».
Quando Mattarella gli conferì il Cavalierato della Repubblica
Non è la prima volta che Trocchia balza agli onori della cronaca per un suo intervento in ambito sportivo. Nel 2018, infatti, aveva ritirato la squadra degli Allievi del Pontisola dalla finale di un torneo dopo che uno dei suoi ragazzi aveva ricevuto insulti razzisti in campo da un avversario. In quell'occasione, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella lo aveva premiato con il Cavalierato della Repubblica.
Riguardo la questione Asd Accademia Gera d'Adda, Corriere ha interpellato prima il presidente Mauro Pedroni e poi il responsabile del settore giovanile Luca Ripamonti. «Partiamo dal presupposto che la nostra società è da sempre impegnata nella lotta contro l'uso di droghe, fumo e alcol - hanno detto -. Trocchia ha decontestualizzato le affermazioni dei nostri dirigenti fatte nel corso di quell'incontro, che è stato interrotto bruscamente e che non ha permesso alle parti di approfondire le rispettive posizioni».
Di fatto, ha chiarito Ripamonti, una divergenza di modus operandi effettivamente c'era: «Il mister voleva agire da solo - ha concluso - mentre, a nostro avviso, nell'affrontare il problema doveva essere coinvolta anche la società. Quanto affermato da Trocchia è parziale e ingiustificatamente diffamante».