«Suo figlio ha avuto un incidente»: l'ex parlamentare Carnevali bersaglio di una truffa telefonica
«Voleva dei soldi: così ho denunciato alle forze dell'ordine. Questi soggetti cercano le informazioni sui social e poi le usano»
di Eleonora Busi
«Si è finto un maresciallo e mi ha detto che mio figlio aveva avuto un incidente. Mi sono spaventata. Poi ho capito che si trattava di una truffa». È uno dei raggiri telefonici più noti, quello del falso agente delle forze dell'ordine: un presunto incidente, poi la richiesta di una compensazione in denaro. C'è chi casca nella truffa e chi, come l'ex parlamentare bergamasca del Pd Elena Carnevali, riesce fortunatamente a riconoscere l'imbroglio e denunciare.
«Ho perso dieci anni di vita»
Una brutta disavventura per l'ex deputata, che è stata presa di mira da alcuni truffatori telefonici. «La chiamata è arrivata oggi (martedì 31 gennaio, ndr) verso l'ora di pranzo - ci racconta Carnevali -. Una persona si è finta maresciallo, aveva un modo di comunicare molto persuasivo e mi ha colpito molto la credibilità con cui mi ha raccontato il fatto. Si tratta di persone molto abili nell'uso di questo genere di meccanismi ed espedienti».
Il falso agente ha informato Carnevali che suo figlio aveva avuto un incidente e si trovava ricoverato all'ospedale Papa Giovanni XXIII. «Ho perso dieci anni di vita», dice la dem, che inizialmente ha creduto alla versione del truffatore. «Cercava di tranquillizzarmi, sembrava molto formale. Proprio come farebbe un vero agente. Ma quando mi ha negato la richiesta di visitare mio figlio in ospedale o perlomeno di parlare con lui, ho iniziato a insospettirmi».
La richiesta di soldi, poi la denuncia
A quel punto l'uomo la avvisa che il figlio si trovava anche in stato di fermo per avere investito sulle strisce pedonali una donna incinta. «Ha iniziato a parlarmi di avvocati e dei costi che avremmo dovuto sostenere. Così ho immediatamente capito dove stesse andando a parare: voleva chiedermi dei soldi. In quel momento ho avuto la certezza che si trattasse di una truffa e gli ho chiuso il telefono in faccia».
Carnevali si è quindi rivolta alle forze dell'ordine (quelle vere) per denunciare il fatto («Denunciare, sempre. È importantissimo, oltre che molto utile affinché vengano eseguiti i necessari accertamenti»), ma inquieta come i truffatori conoscessero molte informazioni sul suo conto. «Sapevano il nome di mio marito, ad esempio. E alcune informazioni su mio figlio. Certamente è più facile risalire in rete a informazioni su di me e sebbene abbia sempre cercato di tenere il più possibile la mia famiglia fuori dai social, si tratta comunque di fonti da cui i truffatori attingono».
«C'è una sottile ma palese crudeltà in ciò che questi truffatori fanno - conclude amareggiata Carnevali -. Io ho retto, ma qualcuno più fragile rischia di crollare».