«Il temperamento dei bergamaschi è plasmato anche dalle montagne»
Il Cai compie 150 anni: ne parliamo con il presidente Paolo Valoti
Di Angelo Corna
Sono ormai passati 150 anni dal 4 maggio del 1873. Allora, su spinta dell’ingegner Antonio Curò, nasceva la sezione del Cai di Bergamo: fu la 12esima in Italia e la seconda in tutta la Lombardia. Oggi questa grande realtà associativa, che vede come scopo la salvaguardia, la divulgazione della cultura montana e delle sue bellezze, conta oltre 10mila soci, divisi tra la sezione di Bergamo e le 18 sottosezioni sparse in tutta la provincia.
«I 150 anni di fondazione della sezione bergamasca cadono in un contesto che vede Bergamo e Brescia capitali italiane della cultura - spiega Paolo Valoti, presidente del Cai di Bergamo -. Da tempo stiamo programmando iniziative, manifestazione e progetti che ci permettano di valorizzare la bellezza e la cultura delle nostre montagne».
Un ricco palinsesto che proseguirà per tutto l’anno, completamente volto alla conoscenza e al rispetto delle Terre Alte. Dal 23 giugno al 2 luglio è in programma la 24esima settimana nazionale dell’escursionismo, durante la quale sarà possibile camminare insieme al Cai per condividere e rispettare le nostre montagne. Nella cornice della Capitale della Cultura è nato anche il “Sentiero dei Laghi”, un percorso lungo 230 km che si snoda dal lago di Lecco a quello di Garda, attraversando montagne, vallate e borghi storici, nel quale sono stati individuati tre diversi tracciati. Il percorso sarà inaugurato durante la settimana dell’escursionismo.
Prevista anche una rassegna di cultura dedicata all’alpinismo e alla montagna: stasera febbraio, al Teatro sociale, si terrà il concerto di inaugurazione del 150° del Cai di Bergamo, che vedrà come protagonista il coro della Società degli alpinisti tridentini. In tema di inclusione è stato invece presentato un doppio volume, “Insieme sui sentieri, ognuno con il proprio passo”, contenente mappatura, descrizione e caratterizzazione di circa ottanta tra percorsi e rifugi bergamaschi adatti alle persone con disabilità. Tantissime altre iniziative sono già state programmate e saranno presentate nel corso delle prossime settimane.
I bergamaschi, come ben sappiamo, hanno la montagna nel dna. Abbiamo bellissime montagne e valli: da un lato il nostro carattere e temperamento è plasmato anche da questa orografia. - Continua Valoti -. 150 anni fa un gruppo di persone, partendo dal nostro fondatore Antonio Curò, ha avuto la capacità di creare questa associazione, avviando delle opere che ancora oggi abbiamo. Cito per esempio la Biblioteca della Montagna, seconda in Italia nel suo genere con oltre 14mila opere alpine. Non dobbiamo poi dimenticare la tante attività messe in campo negli anni, le scuole di alpinismo e di escursionismo, i nostri rifugi e la loro gestione, i tanti sentieri e la manutenzione, il soccorso alpino e non ultimo il Palamonti, vera e propria casa della montagna».
Ancora oggi i valori costitutivi del Cai sono rimasti attuali. Ogni sezione si riconosce nei principi che sono riassunti nello Statuto nazionale: «Il Club Alpino Italiano è una libera associazione nazionale, che ha come scopo l’alpinismo in ogni sua manifestazione, la conoscenza e lo studio delle montagne, specialmente di quelle italiane, e la difesa del loro ambiente naturale. Dalla nascita fino ad oggi anche la nostra associazione ha camminato dentro la società, con tutti i cambiamenti e le evoluzioni che ci sono state. Una realtà che in bergamasca è particolarmente vivace e attiva, radicata localmente con sezioni e sottosezioni che contano decenni di storia».
Conclude il presidente del Cai bergamasco. «Oggi si va in montagna per le bellezze e per raccogliere le emozioni; è chiaro che come associazione il nostro obiettivo è quello di incoraggiare tutti, per poi accendere in ognuno il desiderio di impegnarsi nella promozione e nella tutela della montagna. Il tutto attraverso conoscenza, consapevolezza e prudenza».