L'Atalanta è arrabbiata, Nasca al Var è recidivo e il passato non aiuta: bisogna fare attenzione
Il dg Marino, a Reggio Emilia, ha usato parole dure. In questa stagione gli episodi non sono stati frequenti come nella scorsa, ma meglio essere chiari
di Fabio Gennari
A Reggio Emilia contro il Sassuolo, l'Atalanta è stata penalizzata da una decisione del Var Nasca di Bari decisamente difficile da digerire.
Il protocollo parla di intervento possibile in caso di chiaro ed evidente errore dell'arbitro, in campo il direttore di gara Marcenaro aveva punito con un giallo (per imprudenza) la scivolata di Maehle: il numero 3 della Dea prima prende la palla, poi, una frazione di secondo dopo, sullo slancio colpisce (con il piede a martello ma senza violenza e con la gamba piegata, a bassa velocità) lo stinco dell'avversario. Il Var avrebbe dovuto lasciare correre, con la decisione del direttore di gara che aveva visto bene e da distanza ravvicinata.
Evidentemente, Nasca ha qualche problema con i protocolli. Quando era il Var di Atalanta-Roma (dicembre 2021), il fischietto pugliese indicò a Irrati di annullare il momentaneo 2-2 di Palomino per una posizione di fuorigioco attivo senza nessun passaggio dalla verifica al monitor. Protocollo alla mano, si tratta di una stortura inconcepibile: solo l'arbitro di campo può decidere se un fuorigioco è attivo o meno, non di certo il Var.
La situazione, con protagonisti diversi, si è ripetuta anche a Firenze in campionato: gol di Malinovskyi, posizione dubbia di Hateboer e Banti (al Var) che indica a Doveri di annullare senza nessun passaggio al monitor. Eppure il protocollo lo imporrebbe.
Durante la scorsa stagione sono capitate altre situazioni che hanno fatto decisamente arrabbiare Gasperini e la società: dal gol di Milenkovic in Coppa Italia con fuorigioco di Bonaventura nemmeno rivisto al monitor alla mancata espulsione di Szczęsny nella gara con la Juve pochi giorni dopo quella di Musso con il Cagliari.
A proposito, con il Cagliari si vide anche un gol che sembrava nettamente viziato da un fallo di mano di Pereiro. Insomma, magari non sono i tredici episodi citati nel post Sassuolo da Umberto Marino, ma almeno cinque o sei estremamente dubbi se ne sono visti. E la speranza è che la sgradevole situazione non si ripeta anche quest'anno.