Quattro arresti per la "truffa del camper", indagini anche in Bergamasca
Il gruppo comprava i mezzi di lusso con assegni falsi e li rivendeva all’estero, creati siti online di banche inesistenti
La Polizia di Stato ha arrestato la mattina di giovedì 9 febbraio scorso, nelle province di Bergamo, Varese, Brianza e Pavia, quattro soggetti accusati di appartenere a un'associazione a delinquere finalizzata alla commissione delle “truffe del camper” e riciclaggi. Per le operazioni, fondamentale è stata la collaborazione con gli agenti della Squadra Mobile di Bergamo, che hanno contribuito insieme a quelli di altri territori del Nord Italia.
Come è partita l'inchiesta
L’indagine ha avuto inizio nel gennaio del 2022: un cittadino si era presentato in Questura per sporgere denuncia, raccontando di essere stato vittima di una truffa e spiegando che, dopo aver messo in vendita su una nota piattaforma online il suo camper di lusso, dopo qualche giorno era stato contattato da un soggetto per l’acquisto. La transazione apparentemente era andata a buon fine ma, trascorsi alcuni giorni, il venditore si era accorto che l’assegno circolare ricevuto era falso. Nel frattempo, il suo mezzo era già stato portato all’estero.
È partita così l’indagine dei poliziotti della Terza Sezione della Squadra Mobile di Asti denominata Camper Delivery 2022 che, dapprima con il coordinamento della Procura della Repubblica di Asti e poi con quello della Procura di Pavia, riuscivano a fermare un’organizzazione criminale dedita alla cosiddetta “truffa del camper”: dei quattro italiani arrestati, tre sono di etnia sinti e sono accusati di associazione a delinquere, finalizzata alla commissione di truffe aggravate e riciclaggio.
Le modalità della truffa
Le dinamiche dell’imbroglio erano più o meno sempre le stesse: il gruppo contattava le vittime che avevano pubblicato annunci di vendita di costosi camper e, dopo una breve trattativa telefonica, fissavano un incontro. In seguito alla visione dei mezzi, effettuava il pagamento con assegni circolari risultati poi falsi: questi riproducevano segni di filiali inesistenti di rinomati istituti bancari, di cui venivano create false pagine online, che da una semplice ricerca su internet portavano a un’utenza dedicata che fungeva, tramite un falso operatore di banca, da riscontro circa la presunta attendibilità dei titoli di pagamento.
La trattativa avveniva negli orari di chiusura degli sportelli bancari, in maniera tale che le vittime non potessero rendersi conto immediatamente della truffa. In tale lasso di tempo, il veicolo veniva trasportato all’estero e rivenduto. Il valore di ciascun camper variava dai trentamila ai 45 mila euro. All’interno del sodalizio criminale, i compiti erano ben definiti: a B.E. spettava il ruolo, insieme a F.S., di avvicinare le vittime, fingendo di essere una coppia, intestandosi poi i veicoli e procedendo a portarli all’estero. N.S. era l’intestatario delle utenze telefoniche con cui venivano contattate le vittime, con riferimento alla falsa banca emettitrice del finto assegno. Infine, G.D. era l’intermediario per la vendita dei mezzi sottratti con l’inganno.
Truffatori ai domiciliari
Ai fermati sono stati contestati sia i fatti commessi ad Asti, che altri analoghi a Verona e tentati ad Aosta, per un valore totale di 110 mila euro circa. La competenza dalla Procura di Asti è stata trasferita presso la Procura della Repubblica di Pavia e tutti i soggetti coinvolti si trovano ora agli arresti domiciliari.
Gli indagati, che risultavano irreperibili sul territorio nazionale, sono stati rintracciati nelle loro attuali dimore e sono stati raggiunti dai poliziotti della Squadra Mobile astigiana, in collaborazione con quelli delle Squadre Mobili di Varese, Monza e della Brianza, Bergamo e Pavia.