Anche contro Paola Egonu

L'indifferenza di fronte alle scritte omofobe e razziste nel passaggio di via Carducci

Il consigliere Paganoni denuncia: «È passato oltre un mese da quando ho fatto la segnalazione, ma nessuno ha cancellato»

L'indifferenza di fronte alle scritte omofobe e razziste nel passaggio di via Carducci
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Sono due, apparse sul muro del passaggio che da via Carducci porta alla Conad. Sono a sfondo omofobo e sono state segnalate già da tempo. Eppure, a distanza di più di un mese, non sono state ancora rimosse.

L'indifferenza

È questa la denuncia della quale si fa portavoce il consigliere di Bergamo Simone Paganoni, che sul proprio profilo Facebook ha fatto notare: «Non si può certo affermare che la direzione del supermercato Conad di via Carducci (Bergamo) brilli nella lotta all'omofobia e al razzismo. È passato oltre un mese (era il 9 gennaio) da quando mi sono recato a quella che un tempo si chiamava "cassa centrale" con tanto di fotografie (sul cellulare) per segnalare e chiedere la cancellazione di scritte razziste e omofobe ben visibili sul muro del tunnel pedonale (di proprietà dello stesso supermercato) che, da via Carducci, porta al superstore. Oggi, a distanza di oltre 35 giorni, ripercorrendo lo stesso marciapiede, mi sono reso conto che nessuno si è degnato di passare una mano di vernice su queste due scritte ignobili».

La scritta contro la pallavolista Egonu

«Egonu non è italiana, è nera» è la prima delle due scritte, che chiama in causa la pluripremiata pallavolista della nostra Nazionale, la quale a inizio febbraio è stata anche co-conduttrice al Festival di Sanremo. Attualmente, l'atleta si è presa un momento di pausa dalla maglia azzurra, che aveva deciso di lasciare proprio a causa degli insulti razzisti ricevuti.

Contro gli omosessuali

La seconda scritta invece, come riassume bene nel suo post Paganoni, «auspica la morte degli omosessuali per mezzo dei famigerati gas utilizzati nelle camere della morte dei campi di concentramento nazisti (con annesso errore di trascrizione del gas). Una vera vergogna».

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