A Cassiglio si svuota il lago e riapre anche lo storico Bar Rosy
Novità nel paesino brembano: oltre ai lavori di rinforzo della diga (e pulitura del fondo del laghetto), riaprirà anche la storica attività
C'è aria di novità al laghetto di Cassiglio: non solo l'invaso verrà ripulito da fango e altro materiale accumulatosi sul fondo per decenni, ma riaprirà anche lo storico "Bar Rosy" - da sempre punto di riferimento per tutti coloro che sceglievano Cassiglio e il suo lago come meta estiva del fine settimana, tra pic-nic e tintarella.
I lavori - come riporta il portale Valbrembanaweb - sono partiti ufficialmente lunedì 27 febbraio con l'obiettivo di rinforzare la diga. L'impresa Italgen (proprietaria dell'impianto) sostituirà quindi le tre turbine della centrale idroelettrica di Olmo al Brembo: realizzata negli anni Quaranta, tra le sue pertinenze vi è appunto la diga nella Valle di Cassiglio, oltre all'opera di presa sul torrente Stabina.
Ma sarà anche un'occasione per svuotare completamente l'invaso e ripulire decenni di fango e altro materiale che si è depositato sul fondo del laghetto negli ultimi settant'anni, compromettendo il volume d'acqua che in origine si attestava sui 72 mila metri cubi. La conclusione dei lavori è prevista per la fine del 2023. Nel tratto finale di accesso al lago la viabilità è stata temporaneamente trasformata a senso unico alternato, regolamentata da apposito semaforo.
Riapre lo storico Bar Rosy
L'altra novità riguarda invece un punto di riferimento immancabile per i fruitori del laghetto di Cassiglio: domani, 1 marzo, riaprirà infatti il Bar Rosy, aperto cinquant'anni fa e chiuso lo scorso settembre dopo la scomparsa a 73 anni della storica proprietaria Rosalba Begnis - conosciuta da tutti, appunto, come Rosy. A prendere in mano le redini dell'attività sarà la figlia Sonia Ruffinoni, 51 anni, aiutata dalla figlia Jasmine e dalla nipote Nicole.
Il Bar Rosy era stato aperto nel 1973 da Delfino Ruffinoni, che era l'allora guardiano della diga, e Rosalba Begnis, sua moglie. Dopo la sua scomparsa, la figlia Sonia aveva tenuto aperto fino a settembre 2022 come società eredi, ma poi era stata costretta a chiudere e anche ad apporre il cartello "vendesi". Incoraggiata dalla famiglia, ha scelto tuttavia di raccogliere l'eredità: per tanti visitatori e affezionati l'attività è stata un appoggio fondamentale, la volontà è quello di continuare ad accogliere tutti con gioia come mamma Rosy le ha sempre insegnato.